Welfare

Carcere: è emergenza sanitaria

Appello dei medici penitenziari al Governo. La voce di Sergio Segio

di Paul Ricard

Un detenuto su tre e’ tossicodipendente, uno su sei e’ malato di epatite virale cronica Hcv e Hbv, uno su 12 e’ affetto da Aids, uno su sette soffre di disturbi psichiatrici: sono alcuni dei drammatici numeri che rappresentano la situazione sanitaria esplosiva nelle carceri, dove, spiegano i medici dei penitenziari, stanno aumentando i suicidi. I dati arrivano dall’Amapi (l’associazione dei medici dell’amministrazione penitenziaria italiana) secondo la quale esiste un rischio di un ulteriore aumento di detenuti che si tolgono la vita e di trasferimento negli ospedali dei reclusi a causa del taglio di fondi per la sanita’ dentro gli istituti di pena. A parlare, secondo il presidente dell’associazione Francesco Ceraudo, sono i numeri: i suicidi hanno subito un forte aumento, 70 nel 2001, il 40% in piu’ rispetto agli anni precedenti. I tentativi di suicidi sono arrivati a 852. Dal congresso nazionale di Catania i medici denunciano la situazione nella quale operano e rivolgono al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un appello. ”Il governo – spiegano – deve assicurare le necessarie risorse” e fermare il processo di trasferimento delle competenze alle Asl. ”Le legge finanziaria – ha aggiunto – ha ridotto del 20% le disponibilita’ per il personale creando un buco di soli 20 miliardi che pero’ si riflette pesantemente sull’assistenza fornita dentro le carceri”. Questi i dati che l’Amapi ha presentato a dimostrazione che la sanita’ carceraria, ha aggiunto Ceraudo, rischia il collasso. I detenuti sono 58.000 di cui 56.000 uomini e 2.000 donne. I detenuti tossicodipendenti sono piu’ di un terzo: 20.000 in tutto.Gli extracomunitari arrivano a 17.500 e i malati di Aids sono 5.000. Si contano 10.500 reclusi affetti da epatite virale cronica Hcv e Hbv. Lo sciopero della fame e’ stato scelto come forma di protesta 5.200 volte e 3500 episodi di ingestione di corpi estranei sono stati registrati dietro le sbarre.
Nelle carceri italiane ”e’ vera emergenza umanitaria”. A denunciarlo e’ Sergio Segio, responsabile del programma carceri del ‘gruppo Abele’ e che, con Sergio Cusani, si e’ battuto per l’approvazione dell’indulto nell’anno del Giubileo. ”I dati e la ‘fotografia’ dello stato delle carceri fornita dai medici penitenziari ci dicono una cosa precisa: i diritti, la vivibilita’ e dignita’ delle condizione di detenzione oggi non sono minimamente tutelati”. ”L’impennata del numero dei suicidi dopo le mancate misure di amnistia e indulto (+40% nel 2001) – spiega Segio – e’ la prova provata di quanto sia, purtroppo, vera la recente affermazione del sociologo Marzio Barbagli ‘nessuno parla piu’ delle carceri italiane e delle decine di migliaia di persone che sono costrette a passarvi una parte della loro vita. Non se ne occupano ne’ i parlamentari di centrosinistra ne’ quelli di centrodestra, ne’ i giornali ne’ le reti televisive, ne’ i sacerdoti n gli studiosi”’. ”Una verita’ scomoda – aggiunge Segio – che e’ anche il prodotto della politica dello struzzo seguita dal parlamento, in questa cosi’ come nella scorsa legislatura, riguardo le complessive e drammatiche problematiche penitenziarie”. E secondo Segio la realta’ carceraria oggi e’ ”emergenza umanitaria” oltre che per l’alto numero di suicidi e di gesti di autolesionismo, ”per le segnalazioni, sempre piu’ frequenti, di violenze a danno di reclusi (da ultimo a Trento e San Vittore) e di morti evitabili (come hanno scritto recentemente i reclusi di Opera) per espresse disposizioni di quella legge sull’ incompatibilita’ tra gravi patologie e carcere (del giugno 1999) che, al pari di tante altre e dello stesso regolamento penitenziario, troppo spesso rimane lettera morta”. Segio invita dunque a superare ”l~opacita’ che ancora contraddistingue la vita nelle carceri” e a ”costruire un’ alleanza forte tra operatori penitenziari, detenuti e societa’ civile per scuotere la politica e per ottenere risultati”. ”Come quello – aggiunge – di superare il sovraffollamento (tra le cause principali del disagio e anche dei suicidi) attraverso misure deflative come l’amnistia e l’indulto”.

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