Salute

Anche il volontariato in prima linea contro il Coronavirus

Anpas e Misericordie, oltre a svolgere il consueto servizio di trasporto di emergenza per SSN, sono state attivate nell'ambito della Protezione Civile per le attività di controllo e prevenzione in porti e aeroporti e nel sostegno alle persone in isolamento. La Caritas Ambrosiana intanto mantiene aperti centri di ascolto, mense e dormitori

di Lorenzo Maria Alvaro

Da Pescara agli scali di Roma, Trapani, Genova, Firenze, Pisa, i volontari Anpas stanno monitorando i passeggeri dal 5 febbraio, in coordinamento con Ministero della Salute, attivati dal Dipartimento della Protezione civile, nei controlli sanitari dei passeggeri in arrivo negli scali aeroportuali. Il sistema di monitoraggio prevede l’impiego di team misti composti da personale medico dell’Ufficio di sanità marittima aerea e di frontiera – USMAF – e da volontari delle organizzazioni nazionali e regionali di protezione civile, con il supporto dei presidi medici aeroportuali. La temperatura corporea viene rilevata da termometri laser e dove presenti da termoscanner. «Come risulta dai dati del Dipartimento della Protezione civile nella sola giornata del 19 febbraio, sono stati sottoposti al rilevamento della temperatura corporea 137.389 passeggeri garantendo la sorveglianza sanitaria su un totale di 1.235 voli in arrivo», sottolinea il responsabile della comunicazione di Anpas Andrea Cardoni, «i controlli sanitari sui passeggeri che atterrano negli aeroporti italiani, come previsto dall’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, hanno preso il via dal 5 febbraio e interessano tutti i voli internazionali in arrivo. Dall’inizio delle attività al 19 febbraio sono stati monitorati 16.884 voli e 1.968.908 passeggeri».


A questa attività si aggiunge anche la formazione, sui singoli territori infatti, insieme alle disposizioni dei vari enti territoriali, Anpas sta provvedendo ad inviare aggiornamenti sui corretti comportamenti da tenere durante le attività ordinarie. «È Fondamentale mantenere alta l'attenzione per la tutela e la protezione degli operatori sanitari e dei volontari che dall'inizio di febbraio sono impegnati tanto nella gestione dei servizi ordinari quanto nel monitoraggio sanitario negli aeroporti», sottolinea il presidente nazionale Fabrizio Pregliasco.

Anche le Misericordie sono mobilitate per l’emergenza a supporto della Protezione Civile e del Servizio Sanitario Nazionale. Già da ieri è operativa H24 la Sala Operativa Nazionale che ha attivato anche un numero dedicato a tutte le Misericordie che hanno necessità di supporto. Attualmente sono in attività oltre 1650 volontari (250 negli aeroporti, 400 nell’area “rossa”, oltre 1000 sui territori) che stanno operando all’interno degli aeroporti per verificare le condizioni di salute dei passeggeri in arrivo, in assistenza alle famiglie poste in isolamento nelle zone maggiormente colpite dal virus ed a disposizione dei servizi sanitari territoriali.

«Seguiamo con estrema attenzione l’emergenza legata alla diffusione del Corona Virus nel nostro Paese», ha illustrato il presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi, «esprimiamo tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno alle popolazioni colpite da questa emergenza, ai cittadini, agli amministratori, agli operatori sanitari, ai volontari impegnati, a loro vanno le nostre preghiere ed i nostri pensieri. Siamo attivi sul tutto il territorio nazionale, a vario titolo, a disposizione delle autorità sanitarie, si è insediata la nostra Sala Operativa Nazionale. Le Misericordie sono e saranno pronte ad impegnarsi ancora di più per qualsiasi necessità si presenti anche nei prossimi giorni».

Centri di ascolto, mense e dormitori
In ottemperanza all’ordinanza emanata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e secondo le indicazioni ricevute dalla Curia milanese Caritas Ambrosiana ha suggerito di tenere aperti i servizi seguendo nuove modalità che hanno lo scopo di tutelare tanto gli assistiti quanto gli operatori e volontari, mantenendo ferma l’attenzione agli ultimi. È stato così deciso di mantenere aperti i centri di ascolto nelle parrocchie e gli sportelli ma evitando assembramenti con ricevimento su appuntamento; le mense continueranno a funzionare distribuendo il cibo attraverso sacchetti evitando di consumare il pasto nelle strutture; le accoglienza residenziali e notturne resteranno aperte e, ove possibile, estenderanno il servizio durante la giornata, avvalendosi delle figure mediche presenti in grado di fare da filtro all’ingresso; empori e botteghe solidali distribuiranno le spese su appuntamento con le singole famiglie inviate. Ad essere sospese solo le attività di doposcuola e le scuole di italiano.

«In questo momento difficile, siamo chiamati ad agire con un ancora maggiore senso di responsabilità», ha spiegato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, «Le decisioni che abbiamo preso intendono assicurare l’assistenza necessaria ai soggetti socialmente più deboli. Mentre invitiamo volontari e operatori ad attenersi scrupolosamente a queste indizioni estendiamo a loro e a tutta la popolazione l’invito del nostro Arcivescovo ad evitare allarmismo e rassegnazione, coltivando invece prudenza e senso del limite. Occorre evitare che gli effetti di questa situazione di emergenza ricadono fatalmente sui più deboli, a cui non deve venir meno la prossimità degli operatori, dei volontari e delle comunità tutte».

Il caso dei falsi volontari
«Sono pervenute diverse segnalazioni da cittadini e associazioni rispetto alla presenza in alcuni Comuni di persone in divisa che si qualificano come volontari di associazioni di soccorso che vogliono introdursi nelle abitazioni con la scusa di effettuare il test con tampone orale per la rilevazione del contagio di Coronavirus», fanno sapere dalle associazioni di volontariato che chiariscono: «Tale attività non ha nulla a che vedere con le attività delle associaizoni di volontariato. Si raccomanda per tanto di non far entrare tali persone in casa e di allertare immediatamente le Forze dell’Ordine chiamando il Numero Unico per l’Emergenza 112».

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