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Coronavirus, OMS: «l’Africa non è pronta per un’epidemia»

Il 74% dei Paesi africani ha un piano di preparazione alla pandemia influenzale, tuttavia la maggior parte di questi piani è obsoleta e considerata inadeguata ad affrontare una pandemia globale

di Marco Dotti

Sabato scorso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato che i sistemi sanitari africani sono particolarmente vulnerabili e non saprebbero far fronte a un'epidemia di Covid-19.

Durante una riunione dei ministri della salute dell'Unione africana tenutasi ad Addis Abeba, il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha invitato i Paesi dell'Unione a «unire le forze per essere più aggressivi».


La preoccupazione continua ad essere il potenziale di diffusione di Covid-19 in Paesi con sistemi sanitari deboli quanto a possibilità diagnostiche, di messa in quarantena e rimpatrio, anche se ad oggi l'Egitto è l'unico Paese africano ad aver registrato un caso ufficialmente confermato di contaminazione.

Il Direttore regionale dell'OMS per l'Africa, Matshidiso Moeti, ha rimarcato però le lacune nella preparazione ad un'eventuale emergenza: «dobbiamo dare urgentemente priorità al rafforzamento delle capacità dei Paesi di trattare i pazienti in strutture di isolamento e di migliorare l'infezione, la prevenzione e il controllo nelle strutture sanitarie e nelle comunità».

Il costo dell'investimento- calcolato su quanto già fatto per l'epidemia di Ebola di sei anni fa – per una risposta di tipo sistemico al virus è s stimato attorno ai 3 miliardi di dollari. Oggi, però, spiegano dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, esiste una rete di coordinamento per il monitoraggio e l'analisi, soprattutto per gli arrivi negli scali aeroportuali. Ma non basta

Uno studio pubblicato il 19 febbraio scorso su Lancet mostra infatti che i Paesi a più alto rischio sono Egitto, Algeria e Sudafrica, seguiti da Nigeria e Etiopia. Marocco, Sudan, Angola, Tanzania, Ghana, Tanzania e Kenya presenterebbero ad oggi un rischio di importazione moderato del virus dalla Cina.

Nella regione africana, si legge ancora su Lancet, le risorse per allestire sale di quarantena per i casi sospetti negli aeroporti e negli ospedali, o per rintracciare i contatti dei casi confermati, come raccomandato dall'OMS, potrebbero essere scarse. Il 74% dei Paesi africani, infatti, ha un piano di preparazione alla pandemia influenzale. Tuttavia, la maggior parte di questi piani è obsoleta e considerata inadeguata ad affrontare una pandemia globale. L'indicazione che viene sia dall'OMS, sia dallo studio su Lancet è chiara: la comunità internazionale deve mobilitarsi subito.

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