Volontariato

Quando il coronavirus contagia la comunicazione

Mai come in questo momento le reti sociali hanno un compito preciso: allineare le opinioni alla realtà. «Manipolare l'informazione è molto facile, ma si rischia un'epidemia di paura», spiega l'economista Leonardo Becchetti

di Redazione

C'è una parola, «infodemia», che sottolinea meglio di altre il pericolo che viviamo. L'Oganizzazione mondiale della sanità l'ha usata per descrivere il contagio della paura. Paura del coronavirus. Paura della paura.

Perché nei giorni del corona virus, osserva l'economista Leonardo Becchetti, inventore dei Saturdays for Future, il pericolo che corriamo è quello che, prevalga «la deformazione della realtà nel rimbombo degli echi e dei commenti della comunità globale su fatti reali o spesso inventati».

Anche perché, osserva Becchetti, che ne ha scritto anche su Avvenire, «nel mondo della comunicazione odierno è possibile, investendo nella comunicazione, costruire vere e proprie realtà parallele che diventano più influenti di quelle reali alimentando paure, condizionando l’opinione pubblica, influendo sulle preferenze sociali e politiche».

Guardando numeri e cifre, spesso le paure scompaiono. Restano i problemi, ma quelli si possono affrontare. Spiega Becchetti che «ogni anno in Italia abbiamo purtroppo circa 200 decessi nella popolazione anziana per le normali influenze e, dato molto più drammatico, una stima di 219 morti al giorno per malattie da inquinamento, ovvero quasi tre volte il numero di morti della peggiore strage nella storia nazionale, quella di Bologna. Immaginiamo quale eco mediatica avrebbero tre stragi di Bologna al giorno. Invece di preoccuparci di questo siamo terrorizzati dal coronavirus che sino a oggi (grazie anche alla qualità del nostro sistema sanitario e delle misure di prevenzione) ha visto arrivare sul nostro territorio due sole persone che hanno contratto la malattia».

Esiste la realtà ed esistono gli specchi e le deformazioni, spiega Becchetti. Affrontare la realtà, evitando gli specchi è il modo migliore per immunizzarsi dall'infodemia.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.