Volontariato

Immigrazione: il chi è degli stranieri in Italia

Ecco una sintesi delle principali ricerche: Chi è lo straniero "medio"?

di Redazione

E’ marocchino, maschio, non sposato,ha un impiego a tempo pieno, vive in Lombardia o nel Lazio, manda a casa circa 613 Euro all’anno, ha problemi con la casa e il suo principale motivo di disagio è la difficoltà a fare amicizia. Questa la fotografia dello straniero medio che lavora in Italia, secondo le più recenti ricerche. In particolare sono divenuti degli importanti strumenti di studio il Rapporto Annuale della Fondazione Cariplo – Ismu e quello della Caritas. Provenienza e destinazioni Guardando al paese di provenienza le cifre parlano chiaro: del 1.236.355 extracomunitari presenti in Italia, ben 159.599 vengono dal Marocco, e 142.066 dall’Albania. La Romania, con i suoi operai edili, si attesta al terzo posto (68.929), mentre le Filippine sono al quarto (65.353), grazie al personale domestico in maggior parte femminile. In crescita i cinesi, con 60.075, che hanno la più alta percentuale di imprenditori, specie nel settore tessile a Prato e a Napoli. Per quanto riguarda le destinazioni la Lombardia e il Lazio fanno la parte del Leone: nella prima ci sono 308.408 stranieri (22,2% del totale dell’Italia), e nella seconda 245.666 (il 17%). Su cifre inferiori seguono Veneto (139.522), Emilia Romagna (113.048) e Toscana (114.972). Il sorpasso della Lombardia sul Lazio è avvenuto nel 1999. Il dato è spiegabile con l’offerta di lavoro agli stranieri delle grandi industrie. Nel Lazio gli stranieri lavorano soprattutto nelle famiglie e nelle imprese artigiane. Nel Veneto e nell’ Emilia è’ la piccola e media impresa ad attrarre gli extracomunitari. Il lavoro Secondo un’indagine della Swg il 34% degli extracomunitari ha un’impiego a tempo pieno; il 13% lavora a giornata; il 15% ha un contratto part time (soprattutto le colf); il 10% ha un lavoro stagionale (soprattutto nell’agricoltura); il restante 9% e’ in Italia per studiare. Guardando invece alla qualità del lavoro, non sono tutte rose e fiori: in base a un’indagine del Cnel pubblicata nel 2001, il 34,5% ha un lavoro manuale non qualificato; il 10,1% ha un impiego di basso livello; il 4,7% ne ha uno di medio livello; il 13,5% un piccolo imprenditore, e il 5,4% è un professionista. L’ingresso nel mondo del lavoro, poi, è’ stato difficile: per il 61,9% il primo lavoro è’ stato in nero. Le rimesse Secondo uno studio effettuato dalla Caritas e dalla Banca Antonveneta, le rimesse (ossia i risparmi mandati in patria) degli stranieri hanno raggiunto nel 2000 1.138 miliardi di vecchie lire (588,1 milioni di Euro). Le ”formiche” della situazione sono decisamente i Filippini: 199,9 milioni di Euro mandati complessivamente in patria nel 2000. Il dato si spiega col fatto che sono molte le donne che lavorano in Italia come colf e che hanno in patria marito e figli, a cui mandano i risparmi. A parte i paesi dell’Ue, le altre nazioni che hanno le piu’ alte rimesse dall’Italia sono la Cina (49,7 milioni), il Marocco (20,1 milioni), Senegal (7,7 milioni), la Romania (4,1 milioni), la Polonia (1 milione), nonche’ Albania e Tunisia con mezzo milione. La cifra bassa delle rimesse di albanesi, rumeni, polacchi e tunisini, si spiega con la tendenza a stabilizzarsi in Italia e ad essere raggiunti dalla famiglia o a formarsene una qui in Italia. La casa rimane il principale problema pratico degli stranieri. La casa Secondo un’indagine del Sunia il 71% vive in piccoli appartamenti in affitto sovraffollati, vale a dire con altre 3-5 persone. Una ricerca dell’Ares ha fotografato una situazione allarmante. Sono 600.000 (compresi i clandestini) gli stranieri senza casa (in affitto o di proprietà): il 5% dorme in dormitori pubblici, il 15% e’ ospite da parenti, il 10% dorme in posti-letto a pagamento, e il 6% in centri di accoglienza, il resto in alloggi di fortuna, come edifici abbandonati. Inoltre l’Ares segnala che esiste un mercato della casa destinato agli extracomunitari fatto di stabili che non vengono più accettati dagli italiani, perché sotto i limiti di abitabilità o ormai fatiscenti. Eppure i canoni d’affitto chiesti agli stranieri, anche in questi casi, sono elevati: secondo l’indagine del Sunia il fitto è in media di mezzo milione, che sale a 900.000 nelle regioni del centro-nord. La scuola Un altro aspetto dell’inserimento sociale e’ la scuola per i figli, che pero’ registra una situazione abbastanza buona. Nell’anno scolastico 2000-2001 sono stati 147.406 i ragazzi stranieri iscritti nelle scuole italiane. Ben 28.000 in più dell’anno precedente, il che indica una tendenza all’integrazione. L?integrazione Ma l’integrazione riguarda gli aspetti relazionali della vita. La Swg ha compiuto un’indagine tra gli stranieri su questo aspetto: il 28% lamenta difficolta’ a trovare lavoro; il 24% a trovare casa; il 12% ad ottenere documenti regolari; mentre il 12% denuncia che ”e’ impossibile trovare amici”.


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