Cultura

Carla Fracci: «Quanto hanno da insegnare le gambe della mia amica Noria»

La prefazione della danzatrice italiana al libro della nostra blogger Noria Nalli "Avventure semiserie delle mie gambe": «Nonostante le descrizioni ironiche dei suoi tentativi falliti di diventare una ballerina classica quando era ancora bambina, Noria è sicuramente una eroina romantica. La sua storia avrebbe potuto davvero ispirare un balletto»

di Carla Fracci

Pubblichiamo la prefazione che Carla Fracci ha scritto al libro di Noria Nalli (giornalista disabile e blogger di Vita) “Avventure semiserie delle mie gambe”.

È bello e significativo che il mondo del balletto venga avvicinato a una esperienza artistica importante come la scrittura di un libro, e io ho accettato con grande gioia di scrivere una prefazione per i racconti di Noria Nalli. La lettura mi ha davvero coinvolto e sono stata portata più volte al sorriso e alla commozione con grande maestria. L’esperienza dell’autrice mi ha conquistato ed emozionato. Le sue parole dimostrano coraggio e forza. Per me che sono una danzatrice, le gambe sono un importantissimo strumento, e leggere le parole di Noria mi ha fatto molto riflettere.

Vorrei però consolarla. Nonostante le descrizioni ironiche dei suoi tentativi falliti di diventare una ballerina classica quando era ancora bambina, Noria è sicuramente una eroina romantica. La sua storia avrebbe potuto davvero ispirare un balletto di grande intensità, come quelli che ho interpretato nella mia carriera. Cara amica, hai una grande energia vitale, l’ho percepito anche dalla tua voce quando abbiamo parlato al telefono. Conosco la sclerosi multipla e gli effetti di questa malattia impertinente. La madre di mio marito infatti ne soffriva. Era anche lei una donna generosa e volitiva, che si è impegnata fino all’ultimo per continuare a muoversi e ad avere una vita sociale. Un libro come Avventure semiserie delle mie gambe può essere davvero utile come testimonianza e sprone per tutte le persone che soffrono di questa malattia.

Nell’ambiente artistico ho poi conosciuto un’altra grande donna con la sclerosi multipla, come la grande violoncellista Jacqueline du Pré, che trattava il suo strumento in maniera mirabile, quasi fosse il suo ballerino in una danza creata dalla sua arte.

Nel libro si parla anche di terapia artistica e so che sono molti gli esperimenti di danzaterapia anche per la sclerosi multipla. Anni fa ho assistito con interesse a uno spettacolo di questo tipo della brava Erica Brindisi, che viene citata nel libro. Io credo che siano esperienze davvero utili e pregevoli e auspicherei che potessero ottenere aiuti e sostegno da parte dello Stato e dei privati. Nel libro di Noria si parla in modo ironico e delicato anche di piedi e di passi, come nella danza. Ecco, io voglio augurarti di continuare nel tuo lavoro di divulgazione con il ritmo e il passo che riuscirai a seguire. I grandi risultati si possono ottenere anche con un insieme di passi piccolissimi.

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