Economia

I permessi della 104 valgono anche per le coppie dello stesso sesso

L'istituto di previdenza diffonde i dettagli applicativi che consentono di attuare il dettato della legge Cirinnà e di una precedente sentenza della Corte Costituzionale. Tre giorni al mese di permesso sono quindi riconosciuti anche al convivente di un disabile grave, indipendentemente dal sesso dei due

di Gabriella Meroni

Dopo una legge (la famosa Cirinnà) e una sentenza della Corte Costituzionale, adesso anche una circolare Inps – che trovate in allegato – ribadisce che i permessi per i lavoratori che assistono congiunti con gravi disabilità (ex legge 104) valgono anche per le coppie di fatto, eterosessuali o omosessuali. L’ultima conferma arriva appunto dalla circolare Inps n. 38 del 27 febbraio 2017, il cui dettato riguarda solo i dipendenti del comparto privato. Il documento fornisce le indicazioni applicative di un principio stabilito con la legge 20 maggio 2016, n. 76 (legge Cirinnà) che ha disciplinato le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto, prevedendo anche a queste l’estensione delle disposizioni che riguardano i coniugi.

La scorsa estate, inoltre, la Corte Costituzionale (sentenza n. 213 del 5 luglio 2016), aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge 104 laddove non include il convivente tra i soggetti legittimati a fruire dei permessi. Norma e sentenza hanno dunque già modificato l’ambito di applicazione dei permessi lavorativi (pari a tre giorni mensili) ampliando la platea degli interessati del settore privato. Per i dipendenti pubblici non ci sono al momento indicazioni formali da parte del Dipartimento Funzione Pubblica, anche se secondo molti osservatori le nuove norme applicative dovrebbero essere imminenti.

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