Welfare

Falsi disabili in Sicilia? Crocetta dà la colpa alle cooperative

Il governatore della Regione Siciliana denuncia l'aumento esponenziale dei casi di disabilità nell'isola (+130% in due anni, con punte locali del 3.500%) e avanza pesanti sospetti su Comuni e non profit. Peccato che le certificazioni mediche siano di competenza proprio della Regione. E Confcooperative non ci sta

di Gabriella Meroni

La miglior difesa è l’attacco. E non importa se si sbaglia bersaglio. Deve aver pensato così il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, stretto tra gli scandali legati ai vitalizi milionari degli ex consiglieri e ai tanti sprechi che hanno portato ad allargare il buco del bilancio regionale. Ma il vero scandalo da cui Crocetta ha tentato nei giorni scorsi (maldestramente) di difendersi riguarda l’aumento esponenziale delle certificazioni di disabilità (quelle, per intenderci, della legge 104) rilasciate ai cittadini dell’isola.

I numeri sono impressionanti: secondo un rapporto divulgato dallo stesso presidente della Regione, a fine 2015 i disabili certificati in Sicilia erano 3.682 contro i 2.203 dell'anno precedente e ai 1.598 del 2013, pari a un aumento del 130% in due anni. Peggio ci si sente se si va a indagare i singoli distretti sanitari: Agrigento, per esempio, risulta essere la città italiana con il più alto numero di disabili in rapporto alla popolazione (323 su 448mila abitanti: per fare un paragone, a Palermo sono 102 su 770 mila residenti), mentre a Giarre in due anni i casi sono aumentati del 3.500%, a Partinico del 978%, a Bivona del 640%. E se nel distretto di Gela (la città di Crocetta) non si registra neppure un disabile su 120mila abitanti, a Partinico, che ne conta 75mila, i casi gravissimi sono 151. In generale, solo in 5 distretti siciliani su 55 il tasso di disabilità è diminuito dal 2013 al 2015; negli altri 50 è aumentato in modo quanto meno sospetto.

E mentre il ministro della Salute Lorenzin annuncia verifiche e sollecita la Regione a verificare il corretto uso dei fondi pubblici, Rosario Crocetta no ha trovato di meglio che andare in televisione, su Rai Uno, a sparare contro il terzo settore: «Abbiamo il sospetto che qualche Comune, invece di pensare all' assistenza dei cittadini con gravi disabilità pensi alle cooperative che gestiscono i servizi», ha detto il presidente a L’Arena di Giletti. Una vera e propria bordata contro il non profit, che tra l’altro gestisce molti servizi sociali in regione in un regime di perenne credito nei confronti dell’amministrazione pubblica.

«Le cooperative fanno da banca alla Regione, che paga a 18 mesi. Così, tanto per ricordarlo al presidente Crocetta», attacca Gaetano Mancini, vicepresidente nazionale e presidente di Confcooperative Sicilia. Che poi interviene nel merito della polemica: «Colpiscono due cose in questo polverone mediatico sollevato dal presidente regionale: Crocetta dimentica che sono le Commissioni ASL, che dipendono proprio dalla Regione, a rilasciare i documenti che attestano l’invalidità. Dunque la Regione attivi i necessari interventi per prevenire il rilascio di attestati non dovuti. Le cooperative sociale», continua Mancini, «sopperiscono alle carenze della Regione nel settore del welfare e dell’assistenza ad anziani, minori e persone realmente svantaggiate che altrimenti sarebbero prive di servizi essenziali. Il presidente Crocetta fa bene a cercare i nodi degli sprechi regionali. Peccato però che prenda un abbaglio clamoroso quando associa il tema invalidi alle cooperative».

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