Salute

Dal curare al prendersi cura per superare la povertà minorile sanitaria

Fondazione Francesca Rava ha organizzato, in occasione della presentazione della ricerca “Povertà sanitaria minorile: chi se ne cura?” realizzata dall’Irs, una giornata di lavori con Donatella Caserta, rappresentante del ministro della Salute Roberto Speranza

di Paolo Biondi

«Dobbiamo compiere il passaggio dal curare al prendersi cura della persona, a un’azione cioè che la abbracci in maniera più ampia». Donatella Caserta, rappresentante del ministro della Salute Roberto Speranza, ha sintetizzato così la giornata di lavori che la Fondazione Francesca Rava ha organizzato in occasione della presentazione della ricerca “Povertà sanitaria minorile: chi se ne cura?” realizzata dall’Istituto per la Ricerca Sociale.


Elisabetta Strada, responsabile dei Progetti speciali della Fondazione Francesca Rava, ha ricordato come in Italia è sempre più diffuso il fenomeno della rinuncia e del contenimento delle cure: nell’ultimo anno sono state oltre 4 milioni le persone che hanno rinunciato a visite ed accertamenti specialistici a causa di problemi economici, ma non solo: ad incidere anche ostacoli di tipo informativo e culturale e lo svantaggio sociale finisce per avere un impatto negativo anche sulla possibilità di acceder ai servizi sanitari. Vanno dunque sviluppate la sanità integrativa e forme di assistenza complementare. In questo quadro si inserisce “In farmacia per i bambini”, iniziativa realizzata dalla Fondazione Rava in partnership con Kpmg. Attiva dal 2013 l’iniziativa, nel cui ambito è stata condotta la ricerca sulla povertà sanitaria minorile, ha raccolto nel 2019 230.218 farmaci pediatrici e prodotti baby care, aiutando 36.000 minori in attività sanitarie, seguiti da 668 enti e ha visto il coinvolgimento di 2.067 delle circa 19.000 farmacie sparse in tutta Italia. Il valore economico dei prodotti raccolti è stato di 1 milione 138mila euro solo nel 2019.

Daniela Mesini, Claudio Castegnaro e Cecilia Guidetti dell’Irs hanno illustrato i dati della ricerca dai quali emerge che fra le spese per farmaci da banco e prodotti per l’infanzia i pannolini incidono per il 36,2%, i farmaci pediatrici da banco quali la Tachipirina per il 24,8% e il latte in polvere per il 21,6%. Pur rappresentando il grosso della spesa si tratta di prodotti che non vengono rimborsati dal servizio sanitario nazionale a differenza di quanto avviene ad esempio – è stato rilevato – per la spesa dei pannolini per gli anziani.

Alla presentazione della ricerca ha fatto seguito una tavola rotonda su come creare consapevolezza sulla povertà sanitaria minorile e come contrastarla. Sono intervenuti: Silvia Pagliacci della Federfarma nazionale, Nazzareno Coppola del Coordinamento Case famiglia per minori della Liguria e papà di casa famiglia egli stesso nella comunità Pollicino, Simona Rotondi di Impresa con i bambini, Livia Marelli del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Laura Lancella della Società italiana di pediatria, Nunzia Bartolomei del Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali e Anna Maria Caruso garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Milano.

Interessanti i dati riferiti da Liviana Marelli che ha ricordato che nel 2016 (ultimo anno del quale sono disponibili dati) i minori fuori famiglia per motivi non economici erano 26.615 dei quali circa 14.000 in affido e circa 12.000 in comunità di accoglienza. Di quelli in comunità il 62,4% erano adolescenti o preadolescenti. L’esponente delle comunità di accoglienza ha ricordato che bisognerebbe prevedere che il servizio sanitario disponesse per questi ragazzi un accompagnamento specializzato e personalizzato senza farlo gravare sulle comunità spesso costrette a rivolgersi a strutture private e ad accollarsi le relative spese.

Numerosi gli spunti ed i suggerimenti dei quali la rappresentante del ministro ha preso nota. Ma in diversi interventi è stato ricordato come il problema ha bisogno di risposte non settoriali, con una sinergia in particolare con il mondo della scuola sia per poterne utilizzare le strutture sia per fare attività preventive. I ricercatori dell’Irs hanno rilevato in conclusione che «la povertà sanitaria minorile è un fenomeno complesso, di difficile perimetrazione e spesso sfuggente perché diverse sono le determinanti, gli attori coinvolti e le implicazioni relative. Obbiettivo primario deve essere quello di farlo emergere, attraverso un’attività di sensibilizzazione e di informazione più puntale e costante, al fine di stimolare una maggiore sinergia tra i diversi soggetti pubblici e privati». Linee queste sulle quali si muove l’attività della Fondazione Francesca Rava.

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