Cultura
Volontari in rivolta senza Protezione
La crisi della Protezione civile non più agenzia, non ancora dipartimento: Anpas e altre associazioni disegnano la loro riforma in un documento
Chiedevamo risposte precise sulle competenze in materia di Protezione civile, ma non le abbiamo avute. Speriamo che in futuro vada meglio», questo il pensiero di Luciano Dematteis, responsabile nazionale, per la protezione civile, dell?Anpas – Associazione nazionale pubbliche assistenze presente al terzo Meeting della solidarietà organizzato a Modena dal 17 al 19 maggio.
C?è aria di crisi tra i volontari che vegliano su di noi in caso di calamità naturale. La grande confusione normativa del settore e la mancanza di volontà istituzionale nel fare luce sul futuro del settore rischiano di metterli in ginocchio. Dopo mesi di stentata sopravvivenza l?Agenzia di protezione civile, voluta dal governo dell?Ulivo, è andata in pensione. Da ottobre si è tornati all?antico: il vecchio Dipartimento alle dipendenze di Palazzo Chigi è ricomparso. Ancora orfano, tuttavia, del Comitato nazionale, presso cui sedevano molti rappresentanti delle associazioni.
Ma il volontariato non si è fermato di fronte alla bonaccia e ha deciso di intervenire. Il 21 maggio ha consegnato al Dipartimento una proposta per la modifica del regolamento che disciplina la partecipazione del volontariato nelle attività di protezione civile (praticamente emendamenti per la legge di settore, il dpr 194/2001). Il documento, figlio dell?impegno del coordinatore delle associazioni, Antonio Sarti, è stato al centro del dibattito di Modena e prevede alcune modifiche della normativa attuale. Tra le principali, il cambiamento dell?articolo 1 affinché siano meglio precisate le competenze comunali, regionali e nazionali. Il Dipartimento interverrebbe solo in caso di catastrofi di tipo C, quelle che riguardano tutto il Paese.
Divisione delle competenze
Quanto alle iscrizioni al registro della Protezione civile, il Dipartimento si occuperà delle associazioni nazionali, mentre saranno le Regioni a comunicare e rendere note le iscrizioni delle associazioni locali. Previsione, prevenzione, emergenza e post emergenza saranno, secondo quest?ipotesi, le fondamenta su cui si baserà l?azione del Comitato nazionale della Protezione Civile.
Clou del documento, però, la decisione sulla composizione del Comitato nazionale. Saranno otto le realtà nazionali operative, scelte dal Dipartimento in base a criteri precisi: la presenza sul territorio in almeno sei regioni italiane, l?esperienza in altri e precedenti interventi di Protezione civile, la formazione e l?addestramento degli associati. A queste si aggiungeranno altre otto organizzazioni nazionali specialistiche con competenze ristrette: per esempio, beni culturali, ambiente o interventi in mare. I Comitati regionali di Protezione civile, infine, nomineranno otto associazioni, espressioni del volontariato locale e di base. Una nota transitoria chiede di recuperare e rendere operativo il vecchio Comitato nazionale.
Domande senza risposta
A scontentare l?Anpas, e non solo, anche l?evidente assenza delle autorità invitate al meeting: da Guido Bertolaso (capo Dipartimento), al ministro del Welfare, Roberto Maroni, al titolare degli Interni, Claudio Scajola, nessuno si è fatto vedere. Tabula rasa. Il Dipartimento, nel frattempo, dimostrava qualche imbarazzo. Vincenzo Spaziante (vice di Bertolaso) ha, infatti, dichiarato categoricamente che «il Dipartimento resterà della Presidenza del Consiglio». Il suo collega Piero Moscardini, invece, si è fatto portavoce delle affermazioni del ministro Scajola secondo cui si andrebbe verso lo scioglimento del Dipartimento. Sconcertante.
I volontari dell?Anpas, intanto, si preoccupavano di chiudere il bilancio consuntivo prima di approvare all?unanimità quello preventivo. Sbrigata la pratica, semaforo verde ai festeggiamenti per i 20 anni della Croce Blu di Modena, la più grande delle associate.
Durante le celebrazioni, alcuni interventi hanno animato la discussione sul ruolo dei giovani all?interno delle associazioni. Giovanni Anversa, giornalista ?sociale? della Rai, ha moderato la tavola rotonda con domande provocatorie e al limite del paradosso che hanno lasciato di sasso i pochi rappresentanti delle istituzioni intervenuti. Un esempio per tutti: il Dipartimento della protezione civile verrà sciolto? Silenzio. Pronto? Silenzio. C?è qualcuno? Silenzio.
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