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Politica. Procreazione, scontro trasversale tra i Poli

Il testo di legge sulla procreazione assistita dalla Commissione sta per andare in aula: cattolici del Polo e dell'Ulivo a favore, laici del Polo e sinistra dell'Ulivo contro.

di Ettore Colombo

Rischia di essere un nuovo motivo di scontro e divisione all’interno dei Poli, la legge sulla procreazione assistita che sta per riprendere il suo cammino alla Camera (secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo della Camera il provvedimento sarà esaminato dall’aula dal 10 al 14 giugno). Il tema vede da una parte chi vuole una normativa rigida e circostanziata su questo settore, dall’altra chi pretende un’apertura più ampia, magari anche alle coppie omosessuali, e ha paura che di fatto si depotenzi la legge sull’aborto.
La maggioranza porta in aula un provvedimento molto simile a quello discusso la scorsa legislatura, ma che poi il Parlamento non è riuscito ad approvare. Il progetto di legge ha alcuni pilastri attorno ai quali ruota tutto l’articolato: No alla fecondazione eterologa, alla crioconservazione degli embrioni e alla soppressione di quelli già congelati; no alla clonazione umana, sì alle coppie di fatto oltre che a quelle sposate, ma non a quelle omosessuali né ai single.
Altro aspetto fondamentale: il diritto a nascere del concepito. La relatrice di maggioranza Dorina Bianchi (Udc) spinge perché la discussione riprenda il prima possibile per mettere fine al far west che in Italia regna in questo settore.
Il testo della maggioranza raccoglie i consensi di molti cattolici del centro destra, come Antonio Pedrizzi di An e Maria Burani Procaccini di Forza Italia, e di moltissimi componenti della Margherita, come Giuseppe Fioroni e Dario Franceschini. Sono invece dubbiosi nel centro destra molti esponenti del Nuovo Psi e di Forza Italia, il ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, mentre Alessandra Mussolini di An annuncia barricate in aula.
Il provvedimento viene invece giudicato liberticida dall’estrema sinistra. Rifondazione e Comunisti Italiani (come la Mussolini…) contestano, in particolar modo, l’articolo che tutela l’embrione. Maura Cossutta, relatrice di minoranza, oppone il testo presentato dal Pdci, imperniato su alcuni principi: legge leggera, tutela della salute della donna e del nato, possibilità per ogni donna in età potenzialmente fertile di accedere alle tecniche omologhe ed eterologhe, controllo dei centri autorizzati, divieto di disconoscimento di paternità dopo la sottoscrizione del consenso informato.
Il passaggio in commissione Affari sociali non è riuscito a far arrivare in aula un testo unico e non è quindi escluso che a Montecitorio all’interno di maggioranza e opposizione si verifichino spaccature, pericolose anche per i due Poli. Al di là delle divisioni però tutti d’accordo: la legge è indispensabile. E’ dall’ottava legislatura (1979-1983) che si tenta di regolamentare il settore.

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