Welfare

Volontari in carcere, la carica dei mille

Con il protocollo d’intesa con il ministro Diliberto, cambierà il lavoro dei volontari nelle carceri? Loro ci sperano

di Redazione

Per i 1158 assistenti volontari che operano all?interno delle carceri è arrivato il riconoscimento. Almeno su carta. L?8 giugno scorso il guardasigilli, Oliviero Diliberto, ha firmato un protocollo d?intesa con i rappresentanti della Conferenza nazionale volontariato Giustizia. Il protocollo d?intesa prevede la programmazione annuale delle attività regionali e locali del volontariato negli istituti di pena e l?agevolazione degli interventi sociali proposti dalle associazioni. Un passo decisivo, considerando il ruolo sempre più importante che i volontari rivestono nel favorire la cultura dell?integrazione di detenuti. Infatti molte Regioni ed enti locali stanno lavorando, in collaborazione con associazioni non profit, alla stesura di accordi regionali che permetteranno in futuro di investire sempre più risorse e rendere ?praticabili? le misure alternative al carcere. Il protocollo prevede anche l?inserimento di 5 rappresentanti del volontariato penitenziario all?interno nella Commissione consultiva e di coordinamento fra il ministero di Giustizia, regioni e enti locali. Non è chiaro, però, da questo protocollo cosa succederà ai volontari che fanno anche da cassa di risonanza e denunciano i soprusi, gli abusi e le illegalità che avvengono frequentemente nelle carceri italiane. Possono essere rimossi dai loro incarichi o possono contare su qualche ?immunità? ? Fino ad ora, i volontari sono entrati e usciti dalle carceri solo grazie alla volontà arbitraria dei direttori dei carcere. E in qualche caso, in cui sono venuti a conoscenza di soprusi hanno dovuto tacere per non perdere la possibilità di lavorare all?interno delle sezioni carcerarie, a contatto con i detenuti. Cambierà?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA