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«I vandalismi non ci fermeranno. Parola di scout»

Nel giro di pochi mesi tre sedi dell’Associazione Guide e Scouta Cattolici Italiani sono state vandalizzate in Sicilia, l’ultimo episodio a Ramacca dove il gruppo ha sede in un bene confiscato alla mafia. A livello nazionale è stato lanciato un fondo #piùbellediprima. Il commento dei presidenti nazionali Barbara Battilana e Vincenzo Piccolo

di Antonietta Nembri

Tre sedi scout dell’Agesci in Sicilia hanno subito altrettanti episodi vandalici nel giro di pochi mesi, l’ultimo a Ramacca il 12 gennaio, dove il locale gruppo occupa un bene confiscato alla mafia. Fatti che per il presidente nazionale Vincenzo Piccolo denotano «la debolezza di chi li compie. È il segno che in queste località e in questi territori stiamo operando bene. Soprattutto quest’ultimo che ha colpito un luogo sottratto al male dove invece ora si sta facendo fiorire il bene». Sulla stessa lunghezza d’onda la co-presidente Barbara Battilana (l’Agesci è guidata da una diarchia uomo-donna, ndr.) che afferma «Noi non ci fermeremo».

Alcune delle immagini pubblicate dall'Agesci Sicilia su Facebook insieme a un video

A metà dicembre, dopo i primi due episodi vandalici a Marsala e Mineo, l’associazione aveva lanciato un fondo di solidarietà (qui il ink alla pagina sul sito dell'Agesci) per aiutare i gruppi locali che avevano subito i danni. «L’idea era quella di promuovere una raccolta fondi e sensibilizzare a livello nazionale offrendo la possibilità di contribuire alla ricostruzione delle sedi vandalizzate. Abbiamo sentito e toccato in tutta l’associazione la bellezza della solidarietà e la voglia di offrire un contributo», spiega Battilana.
«La risposta è stata veramente grande», aggiunge Piccolo. «È come se fossero entrati in ognuna delle sedi dei nostri 1936 gruppi presenti su tutto il territorio nazionale».

Il fondo è stato chiamato #piùbellediprima e in queste prime settimane la risposta dai singoli scout e dai gruppi è andata al di là delle prime aspettative «la risonanza che abbiamo rilevato» continua Battilana «è un bel segno di come tutta la comunità italiana stigmatizzi questi comportamenti vigliacchi. È anche un modo per far sentire all’Agesci Sicilia e ai capigruppo locali che non sono soli». Tra i primi a rispondere all’appello di solidarietà i gruppi scout dei territori terremotati che negli scorsi anni erano stati aiutati «un vero volano di solidarietà che passa da chi ha avuto bisogno a chi ha bisogno ora», conclude Battilana.

Gli atti vandalici accadono, ci sono stati muri imbrattati, furti, «per fortuna non sono frequenti», osserva Piccolo, «ma questi ultimi episodi concentrati in un territorio, così ravvicinati e soprattutto l’ultimo, che ha colpito in un bene confiscato, ci fanno pensare che stiamo lavorando bene. Come Agesci abbiamo sedi in beni confiscati alla mafia anche in altri territori italiani, trasformando quei luoghi in cui si progettava il male in luoghi in cui si fa il bene».

A guidare l’azione degli scout dell’Agesci del resto sono i valori che derivano direttamente dal fondatore Baden-Powell per parlano di rispetto della libertà e del bene in comune e anche episodi gravi come questi ultimi «non ci demoralizzano, perché continueremo a lavorare su questi valori. Siamo volontari che si occupano di educazione con l’obiettivo di educare a valori sani. Anche il vescovo della diocesi di Caltagirone che è intervenuto condannando l’episodio vandalico ha esaltato il valore educativo della nostra esperienza», conclude il presidente.


Nella foto in apertura Vincenzo Piccolo e Barbara Battilana – Foto ©M. Bergamini

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