Mondo
Quando la rete africana di Vita finisce sul Courrier International
“Un’iniziativa unica”. Così il prestigioso settimanale Courrier International (gruppo Le Monde) definisce il progetto editoriale sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) che associa Vita ad una rete di 25 media africani attraverso la piattaforma di Afronline.
“Un’iniziativa unica”. Così il prestigioso settimanale Courrier International (gruppo Le Monde) definisce il progetto editoriale sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) che associa Vita ad una rete di 25 media africani attraverso la piattaforma di Afronline.
400 contenuti editoriali tra articoli d’attualità, reportage, interviste, programmi radio-televisi. E una ciliegina sulla torta che ricompensa un anno di lavoro portato avanti da Vita e 25 media africani nell’ambito di un progetto editoriale co-finanziato dalla Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali (DGMO) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci). Questa ciliegina ha il sapore di un servizio di quattro pagine pubblicato dal prestigioso settimanale francese Courrier Internationale (del gruppo Le Monde) nella sua rubrica dedicata ai grandi reportage (la versione online a pagamento è accessibile qui)
A colpire la redazione è stato il lavoro svolto a Lampedusa dal giornalista congolese, Patrick Ndungidi, inviato dal nostro gruppo editoriale sull’isola italiana per raccogliere le testimonianze dei migranti africani e degli operatori locali. Ma non solo. Non è sfuggito al Courrier il fatto che Ndungidi sia stato “il primo giornalista africano ad essersi recato a Lampedusa per conto di media africani”. Perché la sua storia non è soltanto finita sulle pagine del nostro mensile (numero di dicembre) e sul nostro sito, ma anche e soprattutto su otto giornali africani dell’Africa occidentale, la regione da cui provengono la maggior parte dei migranti africani.
Se l’inchiesta di Patrick Ndungidi ha saputo offrire al lettore “uno sguardo diverso” sulla tragedia dei migranti, è anche grazie a quello che il settimanale definisce “un’iniziativa unica” nel suo genere. “Patrick Ndungidi non sarebbe potuto andare a Lampedusa senza il sostegno del mensile italiano Vita, specializzato nella copertura della società civile, il mondo del volontariato e dell’economia sostenibile. Da oltre un anno, Vita, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è associata a 25 media africani per lavorare sui temi della pace e della sicurezza, delle migrazioni e del dialogo interreligioso”.
Nell’intervista concessa al Courrier, Patrick Ndungidi sottolinea quanto “in Africa sussista ancora una certa diffidenza nei confronti dei media occidentali, a cui si rimprovera una visione miserabilista del continente. Quello che ho scritto su Lampedusa può trovare un ascolto più attento tra gli africani perché sono un giornalista e dei media africani che lo dicono. [Questo approccio] consente inoltre di scongiurare il rischio di una percezione diffusa in Africa, cioè che l’Occidente sia sempre a dare a lezioni. E’ un modo per smorzare i toni spesso molto accesi attorno al tema delle migrazioni. Spero che il reportage possa consentire ai giovani africani di prendere coscienza sulle illusioni che alimentano questi viaggi”. Di una cosa Patrick Ndungidi è sicuro: “se questi giovani vivessero in buone condizioni, mai rischierebbero la loro vita in questo tipo di avventura”.
La testimonianza di Patrick riassume molto bene l’obiettivo che Vita con Afronline e in partnership col Maeci ha voluto conseguire con questo progetto editoriale fuori dal comune: raccontare l’Africa e le sue sfide immense – che oggi più che mai chiamano direttamente in causa l’Italia e l’Europa – anche e soprattutto attraverso lo sguardo dei giornalisti africani. Per il nostro gruppo editoriale, è un valore aggiunto etico ma anche strategico per le relazioni tra il nostro paese, l’Europa e il continente africano.
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