Economia

Welfare aziendale, il vero motore sono i dipendenti

Il 62% dei lavoratori esprime un giudizio positivo sul welfare aziendale e il 70% chiede maggiori servizi alla persona. Ecco i risultati della ricerca Doxa-Edenred 2016

di Lorenzo Maria Alvaro

Anche i dipendenti credono nel welfare aziendale. È questo il dato più evidente che emerge dalla ricerca Doxa-Edenred 2016 sullo stato del welfare aziendale in Italia. Il 62% dei dipendenti, infatti, esprime un giudizio positivo sull’implementazione di programmi di welfare nella propria azienda. Rispetto alla fascia di età, la percentuale più alta di fiducia la esprimono i dipendenti compresi tra i 50-65 anni con il 64%.

Distanziati di un solo punto percentuale, tuttavia, le fasce d’età più giovani: 18-19 anni e 30-39 anni, con il 63%. La fascia d’età meno entusiasta è invece rappresentata dai 40-49enni con il “solo” 60% di indicazione positiva.

Passando da una valutazione generale sul valore del welfare aziendale ad un’analisi dei piani di welfare realizzati nell’azienda di appartenenza, la percentuale di valutazione positiva da parte dei dipendenti si attesta al 54%. Segno che la discriminante rispetto a una valutazione più o meno positiva da parte dei dipendenti è l’effettiva “qualità” e utilità del paniere di servizi messi a disposizione.

Puntando lo sguardo al futuro, il 55% dei dipendenti è convinto che i piani di welfare all’interno della propria azienda si svilupperanno (mentre il 37% pensa che resteranno invariati e solo l’8% che si ridurranno). Tale percentuale nel 2013 era al 49%. Rispetto alle difficoltà che potrebbero ritardare o accrescere l’affermazione del welfare aziendale, i dipendenti indicano resistenze di tipo sindacale solo nell’11% dei casi. Le difficoltà maggiori ipotizzate sarebbero più di natura economica (58%), come la crisi del mercato, difficoltà di bilancio e necessità di ridurre i costi.



«La partita del welfare aziendale si gioca in due: imprese e dipendenti. È fondamentale, quindi, che a credere nelle potenzialità e nell’effettiva utilità dello strumento siano entrambe le parti», dichiara Andrea Keller, amministratore delegato Edenred Italia, «I risultati della ricerca Doxa-Edenred 2016 confermano una progressiva convergenza tra aziende e dipendenti sulla valenza e utilità dei piani di welfare aziendale. Questa tendenza, inoltre, acquisisce maggior valore grazie al rinnovato quadro normativo che spinge, grazie ad una serie di agevolazioni specifiche, verso un modello di welfare contrattato tra la parti. Le vecchie diffidenze e resistenze sul valore del welfare aziendale si stanno progressivamente ridimensionando, grazie alla comprensione dell’effettiva convenienza dei flexible benefit».

Tra i servizi ritenuti più interessanti dai dipendenti risultano, le agevolazioni commerciali e i buoni spesa (90%), la flessibilità dell’orario e dell’organizzazione del lavoro (88%) e il welfare contrattuale (84%), con una prevalenza, in quest’ultima macro-categoria della copertura sanitaria estesa anche ai familiari con il 55%.

Seguono i servizi ai figli dei dipendenti (82%) e i servizi alla persona e ai familiari con il 76%. Da sottolineare come i maggiori trend positivi riguardano alcune prestazioni che stanno crescendo in modo esponenziale nel tempo quali: i servizi per i figli dei dipendenti, oggi al 45% (erano tra il 3 e 5% nel 2013) e che prevedono l’acquisto dei libri scolastici, il pagamento delle rette scolastiche e i servizi di orientamento al lavoro; i servizi alla persona, oggi al 28% (erano al 3% nel 2013), come l’assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti, e le prestazioni di badanti, colf e baby sitter. Questi ultimi, tra l’altro, sono stati oggetto anche di una specifica novità normativa che ha inserito un nuovo comma nel 2016 ad essi dedicato.

Un aspetto su cui si evidenzia una delle percentuali di maggior differenza tra aziende e lavoratori riguarda proprio i servizi alla persona e ai familiari, ritenuti di forte interesse soprattutto da parte dei dipendenti con il 76% delle indicazioni a fronte del 59% delle aziende. Lo scarto più elevato, tuttavia, riguarda i servizi alla mobilità (navetta aziendale per il trasporto da e per il luogo di lavoro, ma anche car sharing e car pooling per favorire l’uso condiviso dell’auto tra colleghi), indicati tra i più interessanti dal 70% dei dipendenti a fronte del 50% delle aziende.

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