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Immigrati. Per Berlusconi “troppi sono i delinquenti”

Il presidente del Consiglio denuncia: "il 25% dei reati li commettono gli stranieri. E' tempo di cambiare". E rafforza la Lega nel braccio di ferro coi centristi alla Camera sulla legge Bossi-Fini

di Ettore Colombo

“Il 25 per cento dei reati compiuti in Italia è fatto dagli stranieri, mentre l’80 per cento dei reati complessivi non ha un responsabile. E’ tempo di cambiare, passando dalla repressione alla prevenzione dei reati, per garantire una più efficace difesa dei diritti del cittadino”. Mentre in Transatlantico Lega e Udc continuano a litigare sulla questione dell’emersione del lavoro nero per gli extracomunitari , Silvio Berlusconi lancia l’allarme sull’immigrazione.
Un modo come un altro per rafforzare l’asse con la Lega e isolare i centristi. Per il Cavaliere, che ha parlato ieri sera ai ministri dell’Interno di 28 paesi dell’Ue, quello dell’immigrazione “è un gravissimo problema che deve interessare l’intera Europa. Nei prossimi anni nei Paesi fuori dal benessere ci saranno miliardi di persone, spinte dalla povertà, dalla fame, dal bisogno e dalle epidemie ad esercitare una pressione straordinaria che graverà sul mondo occidentale”. Si esercita nel dibattito anche il ministro Scajola. Aprendo i lavori della Conferenza sulla costituzione della polizia europea di frontiera, il titolare del Viminale assicura polso fermo e mano pesante sul fenomeno immigrazione, ma avverte: “Non vogliamo che l’Europa diventi una fortezza, ma vogliamo promuovere un modello integrato che garantisca la sicurezza dei nostri cittadini all’interno dello spazio comune e favorisca lo sviluppo senza ostacoli delle attività economiche ed il progresso sociale”.
Intanto la legge sull’immigrazione continua ad essere terreno di scontro dentro la maggioranza. Oggi infatti si voteranno senza prevedibili sorprese le norme su espulsione e permesso di soggiorno dopo il voto sulla rilevazione delle impronte digitali agli extracomunitari che ha scatenato la bagarre in aula.
In realtà, il problema vero sta tutto in quel fatidico emendamento proposto da Bruno Tabacci a nome di tutto l’Udc. Emendamento che introduce una regolarizzazione per tutti gli stranieri clandestini che già lavorano in nero nel nostro paese e che la Lega considera una sanatoria inaccettabile.
Ieri sera Silvio Berlusconi è sceso in campo con toni e piglio da padre di famiglia ed ha cercato di rassicurare tutti su quelle che ha definito soltanto liti domestiche fra Biancofiore e Carroccio. Ma la giornata aveva comunque già lasciato sul terreno pesanti contumelie e inquietanti minacce. Da un lato i centristi avevano infatti ribadito che il loro emendamento non sarà ritirato se non in cambio di un provvedimento “omologo e contestuale” (decreto legge, emendamento governativo o disegno di legge con procedura d’urgenza che sia). Dall’altro lato la Lega definiva Tabacci e il suo capogruppo alla Camera Luca Volontè “schegge impazzite”; intimava loro di rispettare i patti di maggioranza sottoscritti per tempo sulla legge in oggetto e minacciava di chiedere al governo di porre la fiducia sul famigerato emendamento centrista.
In serata le parole del premier se non altro stemperavano il clima di tensione. Resta però il fatto che domani a Palazzo Chigi si dovrà affrontare di petto la spinosa questione. Certo, i lavori parlamentari sul provvedimento (rallentati dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sia per la gran mole di emendamenti da esaminare, sia per dare respiro all’esecutivo) proporranno la discussione dell’articolo 29 della legge solo la settimana prossima. E solo allora quindi si arriverà ad un eventuale redde rationem sull’emendamento Tabacci a quello stesso articolo. L’impressione è comunque che prima di quel momento si sarà trovato un accordo. Che garantisca soddisfazione all’Udc per una proposta che non vuole penalizzare le aziende e i lavoratori extracomunitari già inseriti nel nostro sistema sociale. Ma che deve tener conto di una Lega da sempre intransigente verso gli stranieri irregolari.

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