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Immigrazione. Votazione e clima infuocato alla Camera

Il centrosinistra protesta sul voto che introduce le impronte digitali ed è pronto a votare l'emendamento Tabacci. Salgono le tensioni tra la Lega e l'Udc.

di Ettore Colombo

La legge sull’immigrazione continua il suo iter a tappe forzate nell’aula di Montecitorio in un clima infuocato, di scontro e di tensione tra i Poli. Come previsto ieri si è lavorato anche in seduta notturna e si continuano a sfoltire in maniera drastica le centinaia di emendamenti che l’opposizione ha proposto e che la maggioranza non è disposta ad accogliere. E’ stato anche approvato l’articolo che delega (ma non obbliga) il governo ha fissare le quote annue di flussi migratori verso il nostro paese. Il colpo di scena parlamentare è stato fin qui la decisione della Presidenza della Camera di giudicare inammissibile l’emendamento che prevedeva di prendere le impronte digitali a tutti coloro (italiani o stranieri) che risiedono sul territorio nazionale. La motivazione istituzionale è stata che, poiché la legge in discussione è mirata allo specifico problema dell’immigrazione, si può decidere in questa circostanza di rilevare solo le impronte degli extracomunitari. E difatti sarà possibile farlo sia per quelli che entreranno regolarmente previa richiesta ufficiale di permesso di soggiorno sia per quelli che ne chiederanno il rinnovo sia per quelli trovati senza documenti d’identità. Vuol dire che anche svizzeri, americani statunitensi e australiani saranno obbligati a fornire le loro impronte digitali. Parte dell’oppposizione di centrosinistra, di fronta a un voto simile, è uscita dall’aula in segno di protesta, con reciproche accuse alla maggioranze lanciate dai banchi di Verdi, Pdci, Prc e minoranza dei Ds.
La norma, in ogni caso, sarà operativa dopo l’approvazione dell’intero provvedimento Fini-Bossi sull’immigrazione anche da parte del Senato, che – dopo le modifiche introdotte – dovrà riesaminare il testo. La maggioranza ha votato a favore dell’emendamento, mentre le opposizioni si sono espresse contro. Secondo Ulivo e Prc le impronte andrebbero prese a tutte le persone non identificabili (per esempio a quanti sono privi di documenti), mentre sarebbe ”discriminatorio” rilevarle in base al fatto di avere o meno la nazionalità italiana. ”Così dovremo rilevare le impronte anche ai cittadini Usa o svizzeri con i documenti in regola”, ha sottolineato il socialista Enrico Buemi. ”Creerete un incidente diplomatico internazionale”, ha aggiunto il diessino Alberto Nigra. ”E’ una norma di garanzia – ha replicato la relatrice Isabella Bertolini – per gli stranieri regolari, perché assicura loro la certezza dell’identità”. E perché, ha aggiunto Landi di Chiavenna (An) spesso si è data ospitalità a criminali con permessi di soggiorno contraffatti.
Ma il vero problema riguardo al varo del provvedimento è in realtà un altro e tutto interno al centrodestra. C’è infatti da ammorbidire le richieste pressanti dell’Udc, che si concretizzano nell’ormai noto emendamento di Bruno Tabacci, presidente della Commissione Attività Produttive di Montecitorio. L’esponente del Biancofiore insiste infatti nella sua richiesta di sanatoria per gli stranieri che già lavorano in Italia e chiede che tale norma venga accolta nel testo base o scorporata tramite decreto legge ad hoc. L’esecutivo però sembra intenzionato a prendere tempo in base al calcolo che la legge sull’immigrazione dovrebbe essere licenziata dalla Camera non prima della settimana prossima e dovrà comunque ritornare al Senato per il sì definitivo.
I ministri Tremonti (Economia) e Maroni (Welfare) stanno studiando con alcune categorie di imprenditori una riedizione delle norme sull’emersione per gli extracomunitari che lavorano in nero, ma la Lega non sembra disposta ad accettare in silenzio le richieste del Biancofiore. E infatti il capogruppo alla Camera del Carroccio, Alessandro Cè, alza il prezzo e paventa la richiesta ricattatoria al premier di un voto di fiducia. Poi aggiunge ultimativo: “Avere posizioni diverse non è di per se negativo, perché può portare a trovare nuove sintesi. Quello che è inaccettabile è rimettere ogni volta in discussione le sintesi appena trovate. Noi della Lega volevamo una legge rigorosa e non siamo più disponibili a fare altre mediazioni più avanzate. A questo punto siamo disposti a rimettere tutto in discussione”. Magari anche quella regolarizzazione di una seconda badante (l’extracomunitario che assiste malati o anziani) per nucleo familiare, prima vittoria dell’Udc.
Il centrosinistra capisce che può cercare di spaccare la maggioranza. E difatti annuncia che, se restasse in piedi, voterà in blocco per l’emendamento Tabacci.

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