Non profit
“Voci fuori dal coro” per i bambini di Milano
È in programma il 17 dicembre all'Auditorium di Milano Fondazione Cariplo il concerto natalizio del Coro dei detenuti della Nave di San Vittore che si esibiscono con gli artisti del Coro della Scala e gli Attori del Macrò Maudit Teàter. Una serata che è anche - per il Programma QuBì, l'iniziativa di contrasto alla povertà infantile che chiude un 2019 ricco di azioni - l'occasione di raccogliere fondi per l'accesso alle cure dentali dei minori in difficoltà. La campagna "Facciamo sorridere tutti i bambini" è attiva fino al 31 gennaio
“Voci fuori dal coro” è l’evento che conclude un 2019 di intenso lavoro per il Programma QuBì – La ricetta conto la povertà infantile. In programma il 17 dicembre all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo in Largo Mahler il concerto natalizio del Coro dei detenuti della Nave di San Vittore che si esibiscono insieme agli Artisti del Coro della Scala e agli Attori del Macrò Maudit Teàter. La serata servirà a raccogliere fondi per l’accesso alle cure dentali dei bambini di Milano che vivono in condizioni di povertà.
Il concerto si legge in una nota è: “Un’altra dimostrazione che l’unione fa la forza: il concerto è stato infatti il regalo di Natale che il Programma QuBì ha offerto a tutte le persone che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi “Facciamo sorridere tutti i bambini”, lanciata in collaborazione con la Fondazione di Comunità Milano – su For Funding- la piattaforma digital di Intesa Sanpaolo. La campagna rimarrà attiva fino al 31 gennaio 2020 ed è finalizzata a permettere l’accesso alle cure dentali a quei bambini che ancora oggi, a Milano, sono costretti a rinunciarvi per motivi economici e a promuovere la cultura della prevenzione anche tra i più piccoli.
Questa iniziativa si unisce alle attività di Programma QuBì -La ricetta contro la povertà infantile, promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Vismara, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Fondazione Fiera Milano e Fondazione Snam per contrastare la povertà di oltre 20mila minori a Milano.
Per raggiungere i bambini che effettivamente non riescono ad accedere al dentista, il Programma attiverà le 23 ricette QuBì attive in 25 quartieri della città: una capillare rete di prossimità che coinvolge più di 600 organizzazioni non profit, i servizi sociali territoriali e la cittadinanza attiva.
Da inizio 2019 le Ricette di quartiere stanno lavorando per sostenere e accompagnare le famiglie e i minori che vivono una condizione di povertà, mettendo in campo iniziative che vanno da doposcuola e spazio compiti ai centri estivi per le famiglie fragili, sportelli per accedere ai sostegni economici a corsi di lingua italiana e incontri ulla sana alimentazione. Tante iniziative realizzate grazie alle risorse messe a disposizione dai partner che registrano l’ingresso di Fondazione Snam nel partenariato di Programma QuBì, con un contributo di 300mila euro, in aggiunta a Fondazione Peppino Vismara (5 milioni di euro), Intesa Sanpaolo (3 milioni), Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi (500mila) e Fondazione Fiera Milano (300mila). Su questa base e su questo impegno è stata strutturata una rete cittadina che nei primi 6 mesi del 2019 ha coinvolto 7.417 minori con 557 organizzazioni solidali impegnate nei 25 quartieri con 23 “ricette”. In totale sono state 59.860 le persone raggiunte.
«Il concerto “Voci fuori dal Coro” è un’iniziativa speciale per diversi motivi» afferma Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo. «È nata dal desiderio di persone che vivono in carcere di fare qualcosa per chi ha bisogno, un gesto molto significativo che lancia un messaggio molto potente. Anche chi ha poco, può dare un grande contributo alla comunità. Dobbiamo essere consapevoli che ci sono luoghi, beni e servizi a cui alcuni possono accedere ed altri no: il nostro impegno è cercare di ridurre queste distanze, fino a colmarle. I bambini che non accedono allo sport, alla cultura e non hanno la possibilità di avere una adeguata alimentazione, partono da una situazione di difficoltà, che condiziona il loro presente e il loro futuro. Il concerto di martedì 17 dicembre è davvero un’iniziativa che crea valore per tutti; per chi sarà presente e avrà modo di ascoltarlo, emozionarsi ed apprezzare la qualità dell’esibizione, oltre che contribuire con le donazioni, e per chi beneficerà di queste azioni. L’iniziativa», conclude il presidente di Fondazione Cariplo «è infatti un’occasione per far emergere un tema importante: la povertà porta le famiglie a rinunciare alle cure sanitarie preventive, come ad esempio quelle odontoiatriche e il concerto di questa sera assume un significato concreto, oltre che simbolico, e permetterà di regalare giornate di screening gratuito e sostenere le cure dentistiche per i bambini che non se lo possono permettere».
Da parte sua Carlo Messina, Ceo e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo commenta: «Intesa Sanpaolo vuole essere il motore dell'economia sociale del nostro Paese e questo implica promuovere un grande piano per l'inclusione economica e il contrasto alla povertà che vede la nostra partecipazione attiva al programma QuBì. Oltre al sostegno economico, mettiamo infatti al servizio del progetto la forza di una grande Banca, il contributo dei colleghi, la nostra piattaforma di raccolta fondi For Funding. Ancora una volta ci troviamo in piena sintonia con la Fondazione Cariplo nel riservare un’attenzione concreta nei confronti delle persone e delle famiglie in difficoltà».
«Siamo felici di aderire al Programma QuBì e di collaborare con Fondazione Cariplo a iniziative benefiche come questo concerto, che combina l’arte del Coro della Scala, l’impegno sociale del Coro di San Vittore e lo spirito del Natale per raccogliere fondi in favore dei bambini di Milano che vivono in condizioni di fragilità» afferma Maarco Alverà, Ad di Snam e vicepresidente di Fondazione Snam. «Uno degli obiettivi della nostra Fondazione consiste proprio nel mettere le competenze di Snam a servizio del Terzo settore e degli enti che promuovono buone pratiche sociali e solidali nelle aree più fragili. La sinergia con Fondazione Cariplo per il contrasto alla povertà alimentare testimonia inoltre il nostro forte legame con Milano, che è anche alla base del progetto di rigenerazione urbana sul quale stiamo lavorando insieme nel quartiere di Corvetto».
La presidente dell’associazione Amici della Nave, Eliana Onofrio afferma: «Questa esperienza di condivisione, musicale ma soprattutto umana, con gli Artisti del Coro della Scala e con il loro maestro Bruno Casoni è stata possibile grazie a una grandissima rete di disponibilità: degli artisti, che sono venuti in carcere a provare nonostante gli impegni fittissimi del Teatro alla Scala, ma anche di tutto il personale del carcere che ha saputo gestire un non facile lavoro organizzativo. Tutto questo accanto al nuovo impegno della nostra associazione sul fronte degli ex detenuti. Per tutte queste persone, come per tutti noi, fare qualcosa a favore del prossimo è una grande esperienza di crescita». Le fa eco Francesco Scopelliti, direttore del servizio dipendenze area penale – Asst Santi Paolo e Carlo che dopo aver ricordato che le attività del reparto la Nave di San Vittore si svolgono nell’ambito di un percorso di cura delle dipendenze sottolinea che: «il metodo che qui si pratica fin dal 2002 fa del reparto La Nave un servizio all’avanguardia a livello nazionale e non solo. Attività come quella del coro hanno una grande importanza dal punto di vista non solo educativo ma terapeutico. Il momento del concerto, nel caso specifico, è il riconoscimento di un impegno costante e un fortissimo motore di responsabilità e autostima: primo passo, ineludibile, sulla via del recupero di sé e del reinserimento sociale». «Un passo in più lungo un percorso in cui crediamo molto» afferma il direttore del Carcere di San Vittore, Giacinto Siciliano. «La pena come momento in cui ricostruire l’uso del proprio tempo e il carcere come luogo aperto, di scambio, finalizzato al rientro nella società. Attraverso il lavoro, l’arte, la bellezza. Qui con l’arricchimento di uno scopo benefico in cui i detenuti non chiedono ma danno. Per questo ringraziamo gli Artisti del Teatro alla Scala che dedicando ore del proprio tempo a provare con loro, a titolo di totale volontariato, condividono una esperienza di impegno ancora più preziosa del risultato finale».
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