Welfare

Casi Ocalan e Sofri, l’Italia bocciata

Anche l'italia nel mirino di Amnesty, per ritardi legislativi e affollamento delle carceri

di Redazione

La Commissione delle Nazioni unite per i Diritti umani ha messo l?Italia sotto esame, valutando il suo quarto rapporto periodico sull?applicazione del Patto internazionale sui Diritti umani e politici. La pagella che ne è uscita non è troppo lusinghiera. E Amnesty international, nel suo Rapporto ?99 condivide pienamente le preoccupazioni dell?Onu. In particolare, Amnesty, come la Commissione dell?Onu, rimarca i continui ritardi nell?introduzione nel Codice penale italiano del reato di tortura, così come definito dalla normativa internazionale; inoltre, oltre a manifestare preoccupazione per il problema del ?grave sovraffollamento delle prigioni?, esprime preoccupazione per ?l?inadeguatezza delle sanzioni? previste nei confronti degli agenti di sicurezza e della polizia carceraria ?che abusino dei loro poteri?. Un paragrafo a parte è poi quello dedicato al trattamento riservato al leader del Pkk, Abdullah Ocalan: nonostante la Costituzione italiana vieti l?estradizione di una qualsiasi persona verso un Paese dove potrebbe essere verosimilmente condannata a morte, Ocalan fu considerato libero di lasciare l?Italia. Ma, d?altro canto, l?Italia non pensò nemmeno di processarlo per i gravi abusi dei diritti umani commessi dal Pkk. Infine, Amnesty ricorda che tre prigionieri politici continuano a scontare pene detentive comminate nel ?97 ?al termine di processi iniqui?: Sofri, Bompressi e Pietrostefani.


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