Volontariato

Il Sermig di Ernesto Olivero compie 55 anni

Dal 1983, 27 milioni di ore di volontariato, 476 mila visite mediche, 1900 persone accolte ogni giorno, 27 mila pasti, 30 mila incontri, 6 mila volontari- Il presidente Mattarella: “Le paure sono contagiose, ma anche la pace è contagiosa, anche la bontà è contagiosa. Far emergere la bontà che c’è in ognuno e ciò che spinge per la pace. Grazie”

di Fabrizio Floris

Il Sermig ha compiuto 55 anni e per l’occasione è arrivato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ragioni per festeggiare c’è ne sono molte: la sorpresa di quanta bellezza possono creare le persone quando camminano insieme. Nel dettaglio il prof. Rossi dell’Università di Torino scandisce le cifre di questi anni analizzati a partire dal 1983, 27 milioni di ore di volontariato, 476 mila visite mediche, 1900 persone accolte ogni giorno, 27 mila pasti, 30 mila incontri, 6 mila volontari che per gli economisti diventano un’economia di 10 miliardi di euro (tra effetto diretto, moltiplicatore e risparmio della spesa pubblica).

Numeri che qui vengono inseriti in una dimensione che non è quantitativa, ma escatologica ogni numero è segno di qualcosa d’altro, della tenerezza di Dio per l’umanità. Infatti, precisa subito Ernesto Olivero (nella foto alla presenza di Sergio Mattarella) nel suo discorso di ringraziamento “al primo posto non c’è l’organizzazione, non ci sono i progetti, la carità, importanti, ma vengono dopo, prima c’è il camminare insieme, stimarsi, rispettarsi, volersi bene […. ] ogni volta che abbiamo messo le persone, specialmente quelle fragili e sole, davanti alle nostre idee abbiamo camminato veramente”. Ma mi piacerebbe, prosegue Olivero, “che chiunque guardando questa avventura non vedesse qualcosa di eccezionale. Noi siamo convinti di aver fatto semplicemente il nostro dovere. Abbiamo aiutato gli altri come avremmo voluto essere aiutati noi: sono entrati come problemi e sono usciti come persone”.

Il presidente Mattarella ha ringraziato Ernesto Olivero e la moglie Maria Cerrato (recentemente scomparsa) per il Sermig che non solo un’opera in sé, ma è un seme che si diffonde ” […] Era un Arsenale dove si lavorava per costruire armi da guerra ora è un luogo di pace, un arsenale dove il lavoro si dispiega per uno scopo e qui si lavora per la pace, che non è solo assenza di guerra, questo richiede opere di pace. Le paure sono contagiose, ma anche la pace è contagiosa, anche la bontà è contagiosa. Far emergere la bontà che c’è in ognuno e ciò che spinge per la pace. Grazie”.

Il presidente lascia la sala senza sapere che al Sermig c’è una persona più importante di lui, che viene riverita ogni giorno, non solo negli anniversari. Si chiama Moses ha due anni ed è nato da una violenza subita in Libia dalla mamma dopo una lunga fuga dalla guerra fratricida che infesta ormai da tre anni le regioni occidentali del Camerun che con la rivolta del 1 ottobre 2016 hanno preso il nome di Ambazonia (da Ambas Bay, la regione a ovest della baia del fiume Mungo). Giselle ha deciso di scappare attraverso la cosiddetta rotta centrale Njamena, Zouar, El Gatrun, Sebha, Tripoli qui ha passato un anno finché non è nato Moses. Dopo mesi sono arrivati nella grandecasa di piazza Borgo Dora: Beatrice ha aperto la porta e li ha abbracciati. L’ospite illustre se ne va, gli ospiti importanti, come Moses, restano. E fino a quando Moses continuerà ad essere più importante del Presidente della Repubblica il Sermig avrà un avvenire e continuerà a dare anni al futuro (dei giovani).

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