Economia

Debito:la sfida dell’arbitrato internazionale

Si chiama Jubilee Framework e sta raccogliendo adesioni tra parlamentari del nord e sud del mondo. E' un sistema di arbitrato per salvaguardare governi indebitati iniquamente e gli interessi leg

di Barbara Fabiani

Un modo trasparente e corretto di risolvere il debito estero. E’ il Jubilee Framework, lo strumento dell’arbitrato internazionale sul debito, elaborato da Jubilee Plus, emanazione della campagna internazionale Jubilee 2000.
A sostegno di questo proposta, poche settimane fa in Germania e oggi in Italia si stanno tessendo i primi nodi di una rete di parlamentari tra nazioni del nord e del sud del mondo, con lo scopo di promuovere l’idea dell’arbitrato internazionale sul debito nei rispettivi parlamenti dei governi del G7 e convincere le istituzioni finanziare di Bretton Wood e le banche.
Tra i rappresentanti delle nazioni indebitate, l’argentino Mario Cafiero e dall’Equador Mina Pacerari.
Nel nostro paese l’iniziativa parte dal Sen. Francesco Martone (verdi), già noto al mondo del non profit come coordinatore della Campagna per la riforma della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. “Attraverso una serie di dispositivi viene data la possibilità ai paesi indebitati di richiedere una sospensione dei pagamenti , o da parte di creditori la possibilità di dichiarare l’insolvenza. – spiega Martone – Ciò permetterebbe una regolamentazione dei flussi di capitali responsabilizzando i prestatori irresponsabili e i debitori negligenti”.
Il Jubilee Framework si applicherebbe a tutti i paesi indebitati e non solo a quelli che l’FMI dichiara insolventi.
I criteri per sollecitare una sospensione dei rimborsi saranno fissati dal paese debitore, mentre il cosiddetto debito “odioso”, contratto cioè in violazione dei diritti umani o da regimi dittatoriali, verrebbe cancellato.
A differenza di oggi, i creditori internazionali, quali l’FMI, non potranno svolgere il molteplice ruolo di ricorrente, giudice e giuria.
Infatti, cuore di questa proposta è l’idea di una commissione indipendente istituita caso per caso. Come nelle corti di arbitrato commerciale, le due parti- il governo indebitato e i creditori- nominano due arbitri e questi un terzo che farà da giudice. Compito della corte è valutare se il debito sia da considerarsi contratto nell’illegalità , e quali siano i crediti da ripagare e a quali condizioni. Il tribunale risponde sia ai creditori che al governo debitore come anche ai cittadini del paese indebitato.
Fatto interessante è che per la prima volta anche i creditori internazionali, qauli le banche, non si sono dimostrati pregiudizialmente ostili all’intervento di un arbitrato che consenta loro di recuperare quanto possibile del loro investimento.
Già alcuni politici italiani hanno fatto sapere di ritenere interessante la proposta del Jubilee Framework, tra cui Occhetto (Ds), Provera (Rif.com), Boco (verdi), Deiana (Rif.Com), Jovine (Ds), Sereni (Ds), Maritati (Ds).

info: f.martone@senato.it

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