Non profit

I volontari? Attuatori della Costituzione

Nella Giornata internazionale del Volontariato a Roma un convegno di riflessione sul suo ruolo nel Terzo settore e nella vita delle comunità promosso da Forum del Terzo settore, Csvnet e Caritas italiana. Tra gli intervenui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha preso tre impegni. Eccoli

di Riccardo Bonacina

Nell'aula Magna della facoltà di architettura di Roma 3, Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del terzo settore aveva ben sottolineato il valore del volontariato: «Se anche disponessimo di risorse illimitate non potremmo fare a meno della libertà di chi fa volontariato, perché l'impegno del volontariato umanizza le comunità, le città, i servizi, rende denso di qualità relazionale anche il più efficiente servizio pubblico. Un servizio efficiente ci fa sentire sicuri, il sovrappiù del gesto gratuito ci rende felici».



Una sottolineatura importante in un frangente in cui il volontariato è stato ridotto a una riserva di buonismo per anime belle e in una funzione di supplenza alle carenze dello Stato. Tutta la mattinata, condotta con passione e intelligenza da Roberto Natale, ha proposto una riflessioniea più voci (Stefano Tabò presidente di Csvnet, Marco Pagniello di Caritas italiana, Francesco Profumo, Presidente Acri, Luca Gori dell'Università Sant'Anna di Pisa, Andrea Volterrani della Sapienza e Armando Zappolini del Cnca) che ha seguito il fil rouge del radicamento costituzionale del volontariato.

Volontariato definito dalla Corte costituzionale “Un modo d'essere della persona nellambito dei rapporti sociali”. E radicamento incardinato negli art. 2 (doveri di solidarietà) e art. 3 (via per l'attuazione del principio solidaristico). Quindi, nessun buonismo, nessuna anima bella ma volontari come attuatori della nostra bella Costituzione. Per questo la qualità del volontariato è decisiva per la qualità della democrazia.

Una mattina che non si è nascosta alle autocritiche e alla necessità di osare di più, di disseminare di più valori e cultura, di accettare la sfida trasformativa delle comunità. “Bisogna star dentro le comunità, non sopra”, "Non ci si può ridurre alla richiesta di una maggior provvista di fondi”. Le sfide sono alte e altre, si è ripetuto.

Anche la sfida alla politica affinché rispetti l'autonomia del volontariato e la sua funzione collaborativa e mai sostitutiva come vorrebbe una certa moda di sussidiarietà al contrario (“Fate voi che io non ce la faccio e non ho risorse”).

Particolarmente attesa la presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che pur non nascondendo «Nell'itinerario di attuazione della Riforma del Terzo settore abbiamo incontrato difficoltà che supereremo», ha promesso che il dialogo con il “Volontariato e Terzo settore sarà sempre aperto e attivo perchè materia troppo importante per il vivere civile”. E in partcolare il Presidente del Consiglio si è impegnato su questi punti:

  • Saranno messi in legge di Bilancio i 10 milioni oltre i 500 di copertura del 5 per mille così da essere completamente capiente;
  • Entro giugno sarà pronto il Registro degli Enti di Terzo settore;
  • Sino a che non entrerà in vigore il nuovo regime fiscale ( che però potrà entrare in vigore se il dossier sarà inviato a Bruxelles e quindi prevdibilmente non prima del 2021), sarà attivo l'attuale regime fiscale;
  • Adeguamento fondi progetti del Volontariato.

Detto che, però, ad oggi non è uscito il nuovo bando e che pare che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sia ad oggi del tutto paralizzato e senza deleghe per le firme operative.

Putroppo nulla è stato detto del Servizio civile cui sono state sottratte risorse. Staremo a vedere.

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