Cultura

Nessuno tocchi il memoriale di Daphne

Nel giro di poche ore nel centro de La Valletta sono state rimosse le foto, i cartelli, e persino le stelle di natale in memoria della giornalista maltese morta per le sue inchieste ad ottobre del 2017

di Alessandro Puglia

Nei giorni in cui a Malta si svolge la cerimonia della terza edizione del Migration Media Award con giornalisti provenienti da tutto il mondo (Vita è stata tra le testate finaliste nella categoria Multimedia/English) il pensiero non può andare che a Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese morta il 16 ottobre del 2017 a causa dell’esplosione di una bomba nella sua auto.

Due anni di inchieste hanno portato oggi a fare un po’ di chiarezza sull’attentato nei confronti della giornalista che stava indagando sui Panama Papers rivelando una rete internazionale di società off shore che hanno smascherato in questi anni il governo maltese. Se i tre esecutori materiali dell’omicidio erano già stati incriminati a luglio del 2019 soltanto il 20 novembre è stato arrestato come mandante l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, gestore di una centrale elettrica a Malta e a capo di una società con sede a Dubai che avrebbe dovuto, secondo gli ultimi esiti dell’inchiesta, pagare oltre 1,5 milioni di euro ad altre società off shore con sede a Panama riconducibili al ministro del Tursimo maltese, Konard Mizzi e a Keith Schembri, capo di gabinetto del premier Maltese Joseph Muscat che ha annunciato le sue dimissioni sia da primo ministro che da leader del partito laburista.


Mentre il processo per Daphne va avanti in questi giorni, il suo memoriale viene vilipeso. Sì è successo un’altra volta. La foto di Daphne Caruana Galizia insieme agli altri manifesti e alle stelle di Natale sono stati rimossi anche ieri sera nel giro di un paio di ore. Forse perché i turisti non devono vedere o forse perché la morte di Daphne chiama in causa non solo il governo maltese, ma la comunità internazionale intera incapace di proteggere i giornalisti e la libertà di stampa.

Non si può non vedere. Ma soprattutto non possono essere rimossi i cartelli, i fiori, non può essere messo a tacere il grido di protesta di quella parte sana della società che vuole giustizia. La società civile che ha protestato nei giorni scorsi davanti alla sede del parlamento maltese insieme alla famiglia, non lontana dal memoriale di Daphne.

Ursula von del Leyen, la presidentessa della Commissione Europea, in missione a La Valletta proprio in questi giorni ha detto: «Sono molto preoccupata sui recenti sviluppi a Malta. Condanniamo fermamente l’assassinio di Daphne Caruana. I giornalisti devono sentirsi sicuri di fare il loro lavoro in Europa. Mi aspetto un’inchiesta indipendente senza nessuna interferenza politica».

Nessuno tocchi più il memoriale di Daphne.

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