Welfare

Cambia la medicina penitenziaria I detenuti curati come tutti

Definito il riordino della sanità per le carceri dopo la legge del 1998. Ci sarà una Carta dei servizi redatta insieme ai gruppi del volontariato

di Redazione

È stato presentato dal ministro Rosy Bindi, in contemporanea con la riforma sanitaria, anche lo schema del decreto legislativo recante ?disposizioni per il riordino della medicina penitenziaria a norma dell?articolo 5 della legge 30 novembre 1998, n. 419?. A sei mesi dall?entrata in vigore della 419, come previsto. Nel testo si è provveduto alla ripartizione delle competenze tra ministero della Sanità e ministero di Grazia e giustizia, ponendo una particolare attenzione riguardo alle funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento tra le strutture penitenziarie, amministrazioni centrali, Regioni e aziende unità sanitarie locali, connesse all?esigenza primaria di assicurare il diritto alla salute dei detenuti. Sono nove gli articoli che compongono il decreto legislativo sul riordino della medicina penitenziaria. Nel primo viene affermato con vigore il diritto alla salute dei detenuti e degli internati, per assicurare loro condizioni uniformi per tutti i livelli di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale. Cioè: ?livelli di prestazioni analoghi a quelli garantiti ai cittadini liberi; azioni di protezione, di informazione e di educazione ai fini dello sviluppo della responsabilità individuale e collettiva in materia di salute; informazioni complete sul proprio stato di salute all?atto dell?ingresso in carcere, durante il periodo di detenzione e all?atto della dimissione in libertà; interventi di prevenzione, cura e sostegno del disagio psichico e sociale? (Art. 1 comma 2 lettere a, b, c, d). Inoltre, viene assicurata l?assistenza sanitaria della gravidanza e della maternità, anche attraverso il potenziamento dei servizi di informazione e dei consultori, nonché l?assistenza pediatrica e di puericultura per evitare discriminazioni all?equilibrata crescita o allo sviluppo della personalità dei figli delle detenute. Sempre nel primo articolo del decreto legislativo viene sottolineato il fatto che ogni azienda sanitaria, nel cui ambito è ubicato un istituto penitenziario, deve adottare una ?Carta dei servizi sanitari per i detenuti e gli internati?. Per redarre questa Carta le Asl e l?amministrazione penitenziaria dovranno promuovere consultazioni con rappresentanze di detenuti e internati e con gli organismi di volontariato per la tutela dei diritti dei cittadini. I detenuti sono comunque ?esclusi dal sistema di compartecipazione alla spesa delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale? (art. 1 comma 6). Attraverso dei sistemi di informazione ed educazione sanitaria vengono disposti la globalità degli interventi di assistenza sociale e sanitaria da attuare in maniera uniforme da parte dello Stato, delle Regioni e Province autonome, dei Comuni, delle aziende sanitarie e degli istituti penitenziari. Se all?articolo 3 del Decreto legislativo si individuano le competenze prettamente sanitarie di programmazione del Ssn, nel quarto si individuano quelle in materia di sicurezza, demandate da un decreto del ministero di Grazia e Giustizia. Inoltre è previsto, senza oneri a carico dello Stato un contingente di personale medico e sanitario da destinare all?amministrazione penitenziaria, sentite le organizzazioni sindacali. Viene inoltre prevista l?adozione di un ?progetto obiettivo? per la tutela della salute nel settore penitenziario. Si tratta di un apposito progetto che avrà durata triennale, nel quale sono definiti gli indirizzi alle Regioni intesi a garantire gli obiettivi di salute prevedendo anche modelli organizzativi dei servizi sanitari penitenziari anche di tipo dipartimentale, differenziati a seconda della tipologia di istituto. Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2000 sono trasferite al Ssn le funzioni sanitarie svolte dall?amministrazione penitenziaria con riferimento ai soli settori della prevenzione e dell?assistenza ai detenuti tossicodipendenti. La sperimentazione toccherà in un primo momento tre Regioni non ancora scelte.


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