Economia

La Compagnia San Paolo, la nuova area “Persone e pace” e le banche non armate

La Compagnia di San Paolo nella sua riorganizzazione ha nominato una delle sue principali aree di intervento «Persone e Pace», è una bella notizia da cui la prima conseguenza dovrebbe consistere nel far dismettere alla sua banca di riferimento tutti gli investimenti nel settore delle armi

di Fabrizio Floris

La Compagnia di San Paolo (nella foto il presidente della Fondazione Francesco Profumo) nella sua riorganizzazione ha nominato una delle sue principali aree di intervento «Persone e Pace», è una bella notizia da cui la prima conseguenza dovrebbe consistere nel far dismettere alla sua banca di riferimento tutti gli investimenti nel settore delle armi, soprattutto il credito alle aziende che producono ed esportano materiale bellico.

Un tentativo che la Banca stessa aveva fatto a maggio 2007 quando in una nota il Gruppo Intesa-Sanpaolo dichiarò di sospendere definitivamente "la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano il commercio e la produzione di armi e di sistemi d’arma (pur se consentite dalla legge 185/90). La posizione di Intesa Sanpaolo è tesa ad aderire completamente allo spirito dei principi della Costituzione Italiana, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e a dare una risposta significativa a una richiesta espressa da ampi e diversificati settori dell’opinione pubblica che fanno riferimento a istanze etiche". Pertanto "con decorrenza immediata, le strutture territoriali e centrali del Gruppo Intesa Sanpaolo devono operare in linea con il divieto di porre in atto nuovi finanziamenti alla clientela per operazioni aventi a oggetto commercio e produzione di armi o sistemi di arma".

L’esito è stato un drastico calo della Banca nel settore, fino al 2016 quando arriva il cambio di rotta: «Consapevole della necessità di sostenere la difesa nazionale ed europea unitamente ai paesi alleati nella Nato, il Gruppo Intesa Sanpaolo non supporta operazioni che riguardino la produzione e/o la commercializzazione di materiali di armamento, seppure consentite dalle leggi vigenti, in paesi che non appartengono all’Ue e/o alla Nato», significa sosteniamo la vendita nell’ambito dei Paesi aderenti alla Nato (es. la Turchia che in questi giorni sta armando il leader libico Serraj e che poche settimane fa ha bombardato la popolazione curda nel nord della Siria). Gli effetti si vedono subito nelle relazioni del Senato che autorizza le esportazioni nel 2017 gli importi delle operazioni bancarie ammontano a 200.591.038, nell’anno corrente arrivano a 1.173.900.480 euro con una crescita del 485%.

La Compagnia di San Paolo in qualità di primo azionista della Banca se vuole avere un’area di intervento sul tema della “pace e delle persone” non può che iniziare a guardarsi dentro, ma mai come questa volta troverà Buona Compagnia.

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