Volontariato

De Poli: revisione patto dipendenze con ministero

Lo ha reso noto l'assessore regionale alle politiche sociali del Veneto alla giornata di studio sul tema Tossicodipendenti italiani ed extracomunitari in misure alternative e percorsi giudiziari

di Paolo Manzo

Revisione del protocollo d’intesa in tema di dipendenze tra Regione Veneto e Ministero di Grazia e Giustizia (fermo al 1988) e conclusione della verifica che l’Assessore regionale sta compiendo in tutte le Ullss sul funzionamento, in questi tre anni, del sistema dei servizi regionali per le dipendenze, rivolti sia ad italiani sia a stranieri. Su questi aspetti si è basato l’intervento dell’Assessore regionale alle politiche sociali del Veneto, Antonio de Poli, alla giornata di studio sul tema ‘Tossicodipendenti italiani ed extracomunitari in misure alternative e percorsi giudiziari’ promossa dall’Assessorato regionale alle politiche sociali, dall’Ulss n.12 veneziana e dal Ceis Don Lorenzo Milani di Mestre. Tra le problematiche che gli immigrati nel Veneto presentano, si assiste al consumo e abuso di sostanze illecite o lecite (alcol) che riguarda sia gli extracomunitari irregolari che quelli regolari di seconda generazione. Il luogo dove questo fenomeno si sedimenta e si rende visibile è il carcere che costituisce quindi la cartina di tornasole delle nuove problematiche che stanno avanzando in questo settore. L’Assessore veneto ha ricordato che la Regione Veneto ha approvato nel 1999 il progetto ‘Pena: circuiti in rete’, finanziato con il fondo lotta alla droga, rivolto al target dei detenuti tossicodipendenti italiani ed extracomunitari il cui obiettivo è la definizione dei percorsi di cura e attivazione di una rete sociale. ”I problemi legati alle tossicodipendenze, sia per gli italiani che per gli stranieri – è stato detto durante il seminario rivolto agli operatori dei Ser.T, ma anche agli operatori penitenziari degli istituti carcerari di Venezia – quando si presentino in una situazione di esecuzione della pena, vede la necessità che l’approccio giuridico e quello socio-sanitario trovino una intesa al fine di essere rispettosi della giustizia e delle istanze di cura portate dalle persone”.


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