Famiglia

Mosso, cioè commosso

Il tema svolto da un grande testimone della gratuit

di Ernesto Olivero

Tema: Numerosi bisogni della società trovano oggi una risposta adeguata grazie all?impegno civile e al volontariato di persone, in particolare di giovani, che individualmente o in forma associata e cooperativa, realizzano interventi integrativi o compensativi di quelli adottati da enti istituzionali. Quali, secondo te, le origini e le motivazioni profonde di tali comportamenti? Affronta la questione con considerazione suggerite dal tuo percorso di studi e dalle tue personali esperienze. Svolgimento: Se dovessi fermarmi a quello che gli studi e le teorie mi hanno insegnato, sin da ragazzo, il volontariato non dovrebbe esistere. Ci hanno insegnato che tocca allo Stato soddisfare tutte le esigenze dei propri cittadini e cittadine, dal primo fino all?ultimo giorno della loro vita. Del resto, perché questo accada, ci hanno insegnato, noi paghiamo le tasse. Eppure la realtà d?ogni giorno ci dice che non è così: che a numerosissimi bisogni nostri e del nostro prossimo lo Stato non può o non vuole rispondere. Constatiamo che le istituzioni, spesso, neppure si rendono conto dei bisogni, e nei casi peggiori ne creano di nuovi. Questo nonostante certa informazione e propaganda: tutti i giorni, in televisione o sui giornali, ascoltiamo e leggiamo di sindaci, parlamentari e leader politici che si riempiono la bocca con proclami che, a parole appunto, dovrebbero risolvere tutti i problemi. E se queste promesse fossero vere, se prendessimo per buoni questi personaggi, allora la guerra non ci sarebbe, la povertà non avrebbe motivo di esistere. Ci sarebbero case per tutti, cibo in abbondanza, più scuole e più ospedali. Servizi e beni per ogni cittadino. Ma, torno a ripetere, purtroppo non è così. Ed è per questo che lo stesso Stato ha previsto l?avventura del volontario supplente, supplente dello Stato. Ma la definizione del volontario come supplente dello Stato è un po? triste, suonerebbe, infine, come una beffa. Non solo pago le tasse, ma devo anche correre a coprire i buchi delle istituzioni ?a gratis?. No, il volontariato è qualcosa che va oltre la definizione suggerita dal tema. Non può essere solo previsto in quanto ?integrazione? o ?compensazione? di ciò che fanno le istituzioni pubbliche. Il volontariato, il gesto gratuito è innanzitutto la scoperta e l?assunzione di responsabilità, la scoperta che il tuo bisogno e quello dell?altro ti riguardano. Un piccolo uomo che deve rendersi conto che sta facendo un qualcosa che è più grande di lui. Il volontario si muove perché commosso (mosso con) dall?impatto con i bisogni, e la sua commozione e il suo sentimento sono superiori alla paura e alle difficoltà dell?impresa che spesso deve affrontare. Perché sente che l?altro è suo fratello o sua sorella. E non deve importare se questo altro ha un brutto aspetto, come spesso accade, se è di un altro colore oppure ci appare troppo diverso da noi. Perché è comunque il suo prossimo e il volontario non deve fare distinzione tra chi aiutare e chi no. Credo che questo sia uno dei punti principali, sui quali riflettere. Oltre, naturalmente, alla straordinaria vivacità di giovani sempre più fortemente motivati. Lo posso testimoniare in base al lavoro che svolgiamo quotidianamente al Sermig di Torino, dove vengono ad aiutarci sempre più ragazzi e ragazze.


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