Salute
Demenza, troppi i centri aperti solo 50 giorni l’anno
Un CDCD (Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze) su cinque è aperto un solo giorno a settimana, circa il 23% di queste strutture hanno tempi di attesa uguali o maggiore ai 3 mesi ed il 30% dei CDCD ha ancora un archivio cartaceo. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità
di Redazione
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Restano ancora nette le differenze tra le Regioni nella rete di assistenza ai pazienti con demenza e ai loro familiari. Un CDCD (Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze) su cinque è aperto un solo giorno a settimana, circa il 23% di queste strutture hanno tempi di attesa uguali o maggiore ai 3 mesi ed il 30% dei CDCD ha ancora un archivio cartaceo”. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità in un report presentato al convegno 'Il Contributo dei Centri per i disturbi cognitivi e le Demenze nella gestione integrata dei pazienti' dall’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il numero dei servizi dedicati alle demenze nel Sud e nelle isole è carente, soprattutto per i centri diurni e le strutture residenziali. Inoltre il Piano Nazionale Demenze (PND), documento strategico per governare il fenomeno delle demenze nei territori, è stato recepito da metà delle regioni.
Secondo la Survey dell’ISS e l’aggiornamento della mappa online sui servizi vi sono Regioni come la Calabria e la Basilicata dove “non risultano esserci Centri Diurni pubblici o convenzionati per assistere pazienti con demenza o Regioni come la Campania dove il numero di Centri Diurni è inadeguato rispetto al numero dei casi con demenza stimati in quel territorio. Per quanto riguarda le strutture residenziali anche per alcune grandi Regioni del Nord è emerso che hanno un numero di questi servizi presenti nel territorio carenti per il numero di casi stimati”.
Il Convegno è stato anche l’occasione per presentare l’aggiornamento di Immidem, il primo progetto dedicato in Italia alla prevalenza della demenza nella popolazione di immigrati e nelle minoranze etniche e dell’avvio del progetto “Il ruolo del medico di medicina generale nella prevenzione e nella gestione del paziente con demenza”. Entrambi i progetti sono coordinati dall’ISS e finanziati dal Ministero della Salute.