Mondo

Anch’io a Kisangani: spezziamo il silenzio sul Congo

Tutti i partecipanti alla mancata azione di pace Anch'io a Kisangani lanciano un appello ai mass media

di Gabriella Meroni

?Siamo venuti a Roma per chiedere alle istituzioni politiche e religiose, agli enti locali, alla gente tutta e in modo particolare a Tv/Radio/Stampa un?attenzione umana forte, non a noi, ma alla tragedia immane e interminabile, che si sta consumando nella Rep. Democratica del Congo e in genere in Africa. Noi non siamo altro che i portavoce della Società Civile di Kisangani, che ci aveva invitato al proprio Simposio di Pace?. Tale è il punto centrale, ribadito costantemente dai partecipanti all?azione di pace. È incredibile il silenzio dei principali mezzi di comunicazione, a livello mondiale, su una guerra che solo nel Kivu (Nord-Est del Congo, zona dei grandi laghi), ha fatto circa due milioni e mezzo di vittime, soprattutto civili, dal 1998 ad oggi. Proprio nella settimana precedente alla nostra prevista partenza, si è scatenata nella città di Kisangani una dura repressione contro le persone più attive della Società Civile, impegnate a preparare il Simposio e ora costrette alla clandestinità. È importante ribadire, pur senza negare le responsabilità ricadenti su singole persone africane, che la ragione vera di tale guerra non sta essenzialmente in conflitti etnici locali. ?Si tratta ? come ha dichiarato a chiare lettere, nel Simposio tenutosi a Butembo lo scorso anno, il vescovo della città ? di una guerra importata, dovuta alla contesa tra multinazionali del legname e delle numerose miniere di oro, diamanti, uranio, coltan, ecc., ossia alla corsa per l?accaparramento delle ricchezze del sottosuolo locale?. Da notare che tale versione è stata confermata dalla Commissione Onu per i Diritti Umani. È necessario, quindi, una informazione chiara e insistente dell?opinione pubblica per scuotere e correggere la politica dei paesi occidentali, in buona parte complici, se non primi responsabili, di tale situazione. Al fine di dare visibilità, presso l?opinione pubblica italiana, al dramma congolese e alla situazione attuale di Kisangani, in questi giorni i manifestanti hanno realizzato azioni e performances nonviolente di sensibilizzazione in diverse strade e piazze di Roma. Inoltre, dopo aver costatato che la conferenza stampa convocata per ieri, 24 maggio, è stata quasi del tutto disattesa dagli organi di informazione, gli stessi hanno deciso di stazionare pacificamente in via Mazzini, davanti alla sede Rai, dove il capo dell?Ufficio Stampa, dott. Nava, ha ricevuto una delegazione degli stessi. Si è preso contatto direttamente con diversi organi istituzionali quali: Presidenza della Repubblica, del Consiglio, del Senato, della Camera, Gabinetto del Sindaco di Roma, Segreteria dello Stato Vaticano. Tra i vari contatti ricordiamo quello con la senatrice Tana de Zulueta, che è scesa ad incontrare i partecipanti nei pressi di Montecitorio, e con l?europarlamentare Luisa Morgantini. Sono state inviate lettere per sollecitare concrete risposte sul piano politico e diplomatico al Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, all?Onorevole Silvio Berlusconi in quanto Ministro degli Esteri, ai Presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato on. Selva e sen. Provera, al Presidente del Senato Marcello Pera, al Presidente della Repubblica Ciampi, al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan e all?arcivescovo di Kisangani, mons. Laurent Monsengwo. Domenica mattina è previsto, presso la Chiesa della Natività in piazza di Pasquino, un incontro con la locale comunità congolese. È prevista anche una visita del Sindaco di Roma, Walter Veltroni, e un incontro con il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Si è trattato di quattro giornate di impegno convinto ed intenso, che apre la strada a progetti futuri.


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