Famiglia

“E vado a lavorare”: 2,3 milioni per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti al Sud

Fondazione CON IL SUD ha selezionato 8 progetti con un bando dedicato. Previsti 146 tirocini retribuiti e 115 inserimenti professionali, di cui 47 a tempo indeterminato.

di Redazione

A Catanzaro il piccolo laboratorio dolciario interno alla Casa Circondariale farà il salto: produrrà dolci anche per l’esterno. Sono stati gli stessi detenuti a sognare la nascita di una cooperativa sociale e per far decollare l’attività ovviamente si formeranno anche nel settore dell'e-commerce presso aziende del territorio, specializzate in web marketing. Nella nuova cooperativa saranno assunte a tempo indeterminato 9 persone come soci lavoratori: 1 capo-cuoco/coordinatore, 6 addetti alla produzione dolciaria e 2 con funzione di distribuzione e commercializzazione. A Cagliari invece verrà potenziata l’attività della lavanderia, oggi gestita da due detenuti che ci lavorano part-time: ad avere una chance di lavoro e riscatto saranno così ben 24 persone. A Palermo si è chiamato uno chef con 3 stelle Michelin: con il suo aiuto verrà studiato un nuovo prodotto da commercializzare, che diventerà il fiore all’occhiello di ‘Cotti in Fragranza’, la realtà imprenditoriale già attiva sia all’interno dell’Istituto penitenziario per minorenni Malaspina, con un laboratorio per prodotti da forno, sia presso un immobile situato nel centro di Palermo, 'Casa San Francesco', dove si realizzano attività di preparazione pasti per catering, eventi e mense per persone bisognose. L’immobile verrà ristrutturato per ampliare i servizi di ristorazione e avviare un’offerta di ricezione turistica, con 5 camere singole. Il progetto prevede la formazione di 60 detenuti del carcere Pagliarelli e di 11 minori, l’attivazione di 20 borse lavoro (9 a favore di detenuti adulti e 11 per i minori) e al termine dell’iniziativa si prevede di assumere a tempo indeterminato 8 detenuti, 6 adulti (addetti ai tavoli, alla cucina, alla reception e manutenzione generale) e 2 minori (addetto ai tavoli e aiuto cuoco).

Sono questi alcuni degli 8 progetti selezionati da Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando “E vado a lavorare” per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti nelle regioni del Mezzogiorno. Reinventarsi pasticceri, fornai, operatori ecologici, sarti, apprendere un mestiere e – magari – trovare anche un impiego stabile: sono questi gli obiettivi del bando, riaffermare il principio del fine rieducativo della pena e dare una reale “seconda possibilità” alle persone che si trovano in regime di detenzione ordinario e/o in regime alternativo alla detenzione.

«Sostenendo questi progetti vogliamo ancora una volta sottolineare che la detenzione debba necessariamente avere un fine rieducativo, così come sancito dalla nostra Costituzione», ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. «Il carcere non può e non deve essere solo il luogo in cui scontare una pena, quelle quattro mura dovrebbero rappresentare anche il punto di partenza per una nuova vita. E questo cambiamento può realizzarsi concretamente attraverso il lavoro: dà dignità, ma dà anche motivazioni e soddisfazioni per ripartire su nuove basi».

Gli 8 progetti saranno sostenuti con 2,34 milioni di euro di risorse private. Sono stati selezionati fra 88 proposte progettuali presentate da partenariati che comprendono almeno una struttura penitenziaria e due enti del Terzo Settore. Complessivamente coinvolgeranno 273 detenuti (tra cui minori, persone LGBT, pazienti psichiatrici) in 14 diversi istituti penitenziari e 3 carceri minorili del Sud Italia: per 146 detenuti sono previsti tirocini retribuiti. Entro il termine delle progettualità, sono previsti 115 invece inserimenti lavorativi, di cui 47 con contratto a tempo indeterminato.

Tre progetti avranno luogo in Sicilia (province di Siracusa, Palermo, Catania, Messina, Caltanissetta), 2 in Campania (entrambi a Napoli), 1 in Calabria (Catanzaro) e 1 in Sardegna (Cagliari). Infine, 1 progetto multiregionale interesserà in Puglia le province di Lecce, Bari, Taranto, Trani, in Basilicata la città di Matera e in Campania, Napoli. Nasceranno nuove cooperative sociali, si produrranno taralli, dolci, biscotti, nascerà una sartoria sociale e si rafforzerà l’inserimento lavorativo in un’azienda profit che lavora nel settore della raccolta dei rifiuti. Gli interventi prevedono anche percorsi formativi finalizzati all’avvio delle attività d’impresa, servizi di supporto e accompagnamento psicologico e professionale, consulenze legali, interventi a favore dei familiari dei detenuti e lavori di pubblica utilità.

La situazione attuale nelle carceri italiane, ben fotografata dall’Associazione Antigone nel XIV Rapporto sulle condizioni di detenzione, è ancora lontana dal garantire ai condannati un adeguato ed efficace percorso di integrazione sociale e lavorativa. Ad oggi, il lavoro ha sofferto nella prassi di una carenza di effettività risultando solo parzialmente efficace. Se da un lato il numero dei detenuti lavoratori è leggermente cresciuto negli anni – passando dai 10.902 (30,74%) del 1991, ai 18.404 (31,95%) del 2017 – dall’altro oltre l’85% dei lavoratori è alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria svolgendo spesso mansioni che non richiedono competenze specifiche e con elevate turnazioni (per permettere a più persone di lavorare). Al Sud tale situazione è ancor più accentuata: solo il 3,7% dei detenuti lavora per soggetti privati esterni.

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