Mondo

In una Sidney livida, Lantana. Un supergiallo

Recensione del film "Lantana"

di Aurelio Picca

Un cespuglio a metà tra un oleandro e una gardenia. Un moscone si insinua fino a inquadrare un cadavere di donna. Capiamo che Lantana è un giallo dalla sceneggiatura teatrale e blindata. è anche un gioco a scacchi. Un gioco di coppie esauste in una Sidney livida come la più estrema delle province americane. Infatti, la prima violenza è questa assenza totale di una società, ma ciò si capirà meglio. Difatti al regista serviva un luogo neutro per mettere in scena un giallo che non ha carnefici ma una sola vittima. Intanto la sceneggiatura strangolante cede il passo a un ritmo emotivo che cresce e batte i tempi. Ma Lantana cosa significa? Forse si tratta di un ballo. I protagonisti infatti danzano un valzer di solitudine. Dunque è un film sulla crisi di coppia? è un ritardato epigono di Bergman condito con un grammo di Lynch? Niente affatto. Lantana, con la bella decaduta e decadente Barbara Hershey, è costruito a tavolino. E la narrazione non si ribalta radicalmente (come presunto) a sconvolgere le certezze dispensate con il biberon. Il giallo si risolve da sé: quando la gabbia della sceneggiatura perde sbarre e saldature. è allora che la predestinata si immola affinché l?incomunicabilità delle coppie perda l?accelerazione della tragedia e si riequilibri nel ballo. La risoluzione è in un gesto tra tanti fraintesi. Ma non c?è nulla di moralistico. Se non una morale enfatizzata dalla paura del declino dei suoi cinquantenni.


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