Volontariato
Domingo ce l’ha fatta: è titolare di una ciclofficina
A Rovigo un senzatetto con l’aiuto di Arcisolidarietà e del Csv locale ha recuperato un’officina per biciclette trasformando un’esperienza formativa in lavoro
Domingo Gatti ce l'ha fatta. La ciclofficina che ha preso in mano a Rovigo con l'aiuto di Arcisolidarietà, da esperienza formativa è diventata un lavoro. Gli consentirà di sostenere se stesso e i suoi familiari, che lo hanno raggiunto in Italia dal Venezuela.
La storia di Domingo inizia proprio nel tormentato Paese sudamericano, dove la crisi economica ha fatto esplodere i costi delle materie prime. Costretto a chiudere la propria azienda edile, nel marzo 2018 Domingo cerca nuove possibilità in Italia. Vola a Bari, la città da cui era partito suo padre, e poi si trasferisce a Rovigo per lavorare in una fonderia.
L'impiego, però, non dura molto e nel giro di poche settimane Domingo si trova senza una casa e senza mezzi per mantenersi. Viene accolto così nell'asilo notturno "Arcobaleno", il piccolo appartamento di Arcisolidarietà, che dal 2003 ad oggi ha dato una casa a più di un migliaio di persone in città. Ma lo scopo del progetto è anche quello di aiutare le persone a ricostruire la propria vita, con un lavoro e un alloggio più stabili.
Tra le attività più innovative di Arcisolidarietà c'è una ciclofficina, nata dall'idea di alcuni volontari appassionati di biciclette e avviata nel 2011 con il supporto del Centro servizi volontariato di Rovigo. Per sette anni due volontari hanno insegnato agli ospiti dell’asilo notturno come si riparavano biciclette, con l’intento di trasformare questa attività in una professione.
Ma a novembre di un anno fa la ciclofficina ha abbassato la serranda: «Non trovavamo nessuno capace di sobbarcarsi questo compito, perciò avevamo deciso di chiuderla», spiega Donata Tamburin, presidente dell'associazione.
Quando ormai lo spazio era stato sgomberato da biciclette, copertoni e attrezzi da meccanico, è arrivato Domingo: «Ho saputo che la ciclofficina stava chiudendo e ho proposto io a Donata di lavorarci», racconta. Da bambino aveva imparato a smontare e rimontare biciclette ed effettuare piccole riparazioni, guidato da suo nonno. «Donata mi ha detto: facciamo una prova. E questa prova è durata fino ad adesso».
Oggi, dopo un anno di impegno, Domingo è diventato titolare della ciclofficina. Sarà il progetto imprenditoriale con cui ricostruirà la propria vita a Rovigo.
Per lui è un grande traguardo. E non è l'unico: grazie al supporto dell'associazione, la scorsa estate Domingo è riuscito a far arrivare in Italia la moglie e il figlio adolescente, che erano rimasti in Venezuela. Oggi, mentre il figlio frequenta le scuole superiori in città, la moglie di Domingo lo aiuta nella gestione della loro nuova attività commerciale.
Domingo si è buttato nella sua nuova impresa con entusiasmo e gratitudine: «La gente dice che in Italia non si trova lavoro», dice. «È vero, alle volte non si trova il lavoro per cui si è studiato, ma da questa esperienza ho imparato che, se si ha bisogno e la volontà di fare qualcosa, si può trovare una possibilità».
«Siamo partiti da un'attività di volontariato, che è diventata un lavoro e consente ad una persona e alla sua famiglia di vivere», è il bilancio tracciato con soddisfazione da Donata Tamburin.
Cedendogli la ciclofficina, Arcisolidarietà ha posto una sola "clausola": in cambio della concessione di tutto il materiale, Domingo si renderà disponibile ad accogliere altri ragazzi in difficoltà. La ciclofficina solidale continuerà a svolgere la funzione per cui è nata: ospitare chi ha perso casa e lavoro, dando uno spazio in cui tenersi impegnati e imparare qualcosa di utile.
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