Mondo

L’Africa e il libero commercio

L'Africa chiede a Europa e Usa di aprire i mercati ai prodotti africani. Oggi il confronto fra parlamentari italiani e rappresentanti di 42 parlamenti del continente.

di Emanuela Citterio

Oggi, nell’incontro fra parlamentari italiani e i rappresentanti di 42 parlamenti africani in corso a Roma, uno dei temi sarà il Nepad. Il nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa, che dovrebbe innescare il rilancio economico del continente. Il Nepad sarà anche uno dei temi sul tappeto nel prossimpo G8 che si svolgerà in Canada dal 26 al 28 luglio. Martedì scorso il primo ministro etiope ha chiesto all’Unione europea e agli Usa di aprire i propri mercati ai Paesi africani. Qualche settimana fa in un rapporto l’Ong britannica Oxfam si è schierata a sorpresa a favore del libero commercio globale denunciando il protezionismo delle grandi potenze industriali. Il libero commercio, accusa l’ong, è inteso in realtà in senso unico visto che i Paesi del G8 lo chiedono ai Paesi del Sud del mondo ma bloccano l’export dei Paesi poveri con barriere commerciali quattro volte più alte di quelle che incontrano le loro merci. Il Nepad (Nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa) è stato lanciato nell’ottobre dello scorso anno ad Abuja (Nigeria) e coinvolge 16 Paesi africani. I Paesi africani chiedono la collaborazione dei Paesi occidentali, mettendo a tema l’accesso ai mercati dei loro prodotti e chiedendo più equità nelle regole del commercio mondiale. I Paesi occidentali chiedono più garanzie sulla democraticità dei governi e un impegno per la risoluzione dei conflitti. Durante l’ultimo summit del Nepal le organizzioni non governative hanno fatto però notare che i focolai di guerra sono anche legati alla lotta per controllo delle materie prime nel continente da parte degli investitori occidentali.


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