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L’odissea della Alan Kurdi, ferma in mare da 7 giorni nonostante l’attacco delle milizie libiche

Dopo l'evacuazione per motivi sanitari di due donne, una di 20 anni e una in stato di gravidanza, la Alan Kurdi con 88 persone soccorse si trova ancora bloccata a largo di Lampedusa in attesa dell'assegnazione di un porto sicuro di sbarco. Il 3 novembre avverrà il rinnovo automatico dell’accordo tra Italia e Libia che ha portato da luglio 2017 a 2602 persone morte in mare e a 38.229 migranti intercettati e riportati nei campi di detenzione

di Alessandro Puglia

Rimane ancora ferma in mare la nave Alan Kurdi con le 88 persone soccorse, nonostante l’attacco subito da parte delle milizie libiche che nel momento del soccorso, sabato 26 ottobre, hanno sparato in aria e in acqua minacciando l’equipaggio e i migranti soccorsi.

«Il nostro equipaggio e le persone che abbiamo salvate sono state vittime di un violento attacco armato. Sono scoppiati a piangere nei giorni scorsi, nessuno si sarebbe aspettato un attacco simile in una missione di salvataggio», spiega Gordon Isler, portavoce della Sea-Eye.

Nei giorni scorsi due donne, una ragazza di 20 anni e una donna incinta, sono state evacuate per ragioni sanitarie.

«Il governo italiano sta probabilmente aspettando, come nel caso della Sea Watch 3 o della nave Eleonore, che il capitano dichiari uno stato di emergenza per poi essere costretto ad entrare in porto senza autorizzazioni. Sebbene non siamo stati più insultati dai ministri italiani con il cambio di governo non ci sono stati reali segnali di cambiamento nei confronti delle Ong»,aggiunge Isler.

Sono stati invece soccorsi da parte di motovedette maltesi i quindici naufraghi a bordo della Open Arms.


Alla quasi vigilia del rinnovo automatico dell’accordo tra Italia e Libia, Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi pubblica alcuni dati e grafici fondamentali che dimostrano ancora una volta l’inammissibilità di tale accordo.

«Dalla firma del memordandum ad oggi – spiega Villa – almeno 38.229 migranti sono stati intercettati e riportati in Libia. Dal calo degli sbarchi di luglio 2017, quasi 1 migrante su 2 è stato intercettato, mentre 2.602 persone sono morte in mare».

Il ricercatore dell’Ispi pubblica un altro grafico che dimostra come non sia affatto vero che senza le Ong impegnate in mare non si parte. «Dall’inizio di quest’anno 4.270 persone sono partite con Ong a largo delle coste ibiche, mentre 10.792 persone sono partite quando a largo non c’era nessuno» aggiunge Villa.

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