Famiglia

G8: 48 avvisi di garanzia a poliziotti per scuola Diaz

Per l' irruzione alla Diaz diventano così complessivamente 77 gli indagati del nucleo antisommossa di Roma

di Gabriella Meroni

Si riaccende il ricordo dei terribili giorni – di scontri e anche di morte – del G8 di Genova. Ci sono altri agenti indagati: per l’esattezza si tratta di 48 nuovi avvisi di garanzia che sono stati inviati dalla procura di Genova ad altrettanti poliziotti del reparto mobile di Roma, agli ordini del comandante Vincenzo Canterini e del suo vice Michelangelo Fournier. I fatti risalgono  al 21 luglio scorso a Genova, e alla presunte violenze commesse dalle froze dell’ordine durante il blitz notturno nella scuola Diaz, nei giorni del G8 del luglio scorso, che si era concluso con una sessantina di feriti e 93 no-global arrestati. L’ ipotesi di accusa nei loro confronti è a vario titolo quella di concorso in lesioni e di non aver impedito l’evento, con l’aggravante di essere pubblico ufficiale. Per l’ irruzione alla Diaz diventano così complessivamente 77 gli indagati del nucleo antisommossa di Roma, tra funzionari,capisquadra e poliziotti; 29 avevano già ricevuto l’avviso di garanzia. “Non mi risulta che i nuovi avvisi siano già stati notificati”, aveva  commentato l’ avvocato Silvio Romanelli, difensore del comandante Canterini e dei suoi agenti.  ”E’ corsa anche la voce che il reparto di Canterini sia in sommossa, ma lo smentisco categoricamente”. L’ avvocato aveva aggiunto che i suoi assistiti ”si difenderanno nelle sedi più opportune, nel pieno rispetto della giustizia”.  E stamane il comandante commenta: ”Piena fiducia nell’operato della magistratura” e ”assoluta certezza che io ed i miei uomini sapremo smontare ogni addebito” . ”Sento vicino il Dipartimento della Pubblica Sicurezza -spiega- quindi mi sento in grado di tranquillizzare gli operatori e gli stessi cittadini che verrà fatta chiarezza su tutta la vicenda e che la Polizia ne uscira’ fuori pulita; vedremo se sapranno fare altrettanto quei manifestanti “pacifici” che verranno colpiti da analogo provvedimento dei magistrati”. Nei mesi scorsi la procura di Genova aveva già interrogato il comandante del reparto Vincenzo Canterini, il suo vice Michelangelo Fournier, otto capisquadra e alcuni poliziotti.    Secondo le dichiarazioni, rese da numerosi manifestanti stranieri rimasti feriti durante l’ irruzione della polizia,nella notte tra il 21 e il 22 luglio sarebbero stati gli agenti di polizia del nucleo antisommossa di Roma ad entrare per primi nella scuola. Secondo il loro racconto, i poliziotti romani sarebbero entrati con il casco in testa, in divisa blu protetta,cinturone di pelle nera e con in mano i manganelli del tipo ”tonfa”, descrizione che combacia con la divisa del nucleo antisommossa. Canterini ed i suoi uomini hanno sempre negato di aver fatto irruzione per primi nella scuola e di essere gli autori dei pestaggi.  Sarebbe invece pronta, in procura, a Genova, la richiesta di archiviazione per le accuse di resistenza e lesioni, nei confronti dei 93 giovani no global arrestati durante l’irruzione notturna alla Diaz. A carico dei manifestanti rimane invece l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al saccheggio e ai danneggiamenti. Un’accusa, secondo indiscrezioni, che verrebbe stralciata per confluire in un altro fascicolo, quello sui disordini di piazza avvenuti durante i giorni del G8. Intanto Eugenio Bravo, segretario provinciale del più grande sindacato della polizia di Stato, annuncia, in un’intervista rilasciata a La Stampa – che non esiterà a promuovere “qualsiasi forma di protesta democratica per difendere la professionalità dei poliziotti impegnati al G8: scenderemo in piazza”, dice. A ribaltare la versione della polizia di aver agito “per difendersi” dalla reazione degli occupanti della Diaz c’è anche un rapporto dei Ris di Parma. Nei laboratori del Reparto investigativo scientifiche di Parma i carabinieri hanno finito di esaminare un corpetto antiproiettile e un giubbotto in dotazione alla polizia segnato da due profondi tagli all’altezza del petto. La sera del 21 luglio scorso a Genova, quei due pezzi – si legge sul quoridiano La Repubblica – li indossava l’agente scelto Massimo Numera, che entrò nella scuola insieme con  tutto il nucleo antisommossa. Il poliziotto raccontò di essere stato accoltellato da un ragazzo barricato nell’istituto. Era stata questa aggressione (si parlò addirittura di tentato omicidio) ad aver “giustificato” la successiva violenza dei celerini coinvolti nell’operazione in quella notte genovese di luglio. Nella perizia si parla, però, di “assoluta incompatibilità” fra le lacerazioni degli indumenti e la versione di Massimo Numera. Quella coltellata non fu mai vibrata? No comment, rispondono i carabinieri. E un altro mistero, un nuovo giallo, potrebbe svilupparsi attorno al caso dell’agente pugnalato.


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