Cultura

Il Papa in Azerbaigian, i cattolici solo 120

A Baku non c'è neppure una chiesa, e i mussulmani dicono "Il suo arrivo è una benedizione"

di Redazione

Il programma della visita del Santo Padre in Azerbaigian Baku (Fides) – L’aereo con a bordo Giovanni Paolo II parte dall’aeroporto di Roma-Fiumicino alle 9 di oggi alla volta di Baku, capitale dell’Azerbaigian, dove atterrerà alle 16 locali, le 13 in Italia (dopo 4 ore di volo). Dopo la cerimonia di benvenuto il Papa sosterà davanti al Monumento per i caduti per l’indipendenza. Quindi raggiungerà il Palazzo presidenziale per la visita di cortesia. Nello stesso Palazzo si svolgerà l’incontro con i Capi religiosi del Paese e con i rappresentanti della politica, della cultura e dell’arte. Alle 9.30 di giovedì 23 il Papa celebrerà la Santa Messa nel Palazzo dello Sport. Dopo l’incontro con la comunità salesiana, alle 16.30 si terrà la cerimonia di congedo all’aeroporto di Baku. Alle 17 l’aereo con a bordo il Papa partirà alla volta di Sofia, capitale della Bulgaria, dove giungerà alle 18 locali (le 19 in Italia). È la ventiquattresima visita che Giovanni Paolo II compie in un Paese a maggioranza islamica e la prima ad un Paese con popolazione prevalentemente sciita. È l’ottava visita ad una Repubblica che ha fatto parte dell’Unione Sovietica. La comunità cattolica si riunisce per l’Eucaristia in un appartamento, due semplici stanze unite dopo che è stato abbattuto il tramezzo. La parrocchia di Baku è intitolata a Cristo Redentore. A Baku c’era una chiesa cattolica, ma è stata abbattuta sotto l’Unione Sovietica e il parroco è morto in un lager della Siberia. Da allora, per circa sessant’anni, nessun sacerdote cattolico ha potuto più mettere piede nella città. La “chiesa domestica” di Baku si trova in una casetta dove alloggia la comunità salesiana – due sacerdoti e un coadiutore slovacchi – e dove ci sono anche alcune stanze per la catechesi e le attività pastorali e caritative. La comunità cattolica è composta da 120 persone. Per loro non è facile vivere la fede in un contesto sociale in cui i danni causati dal tragico sistema comunista sovietico si fanno sentire in tutta la grave urgenza. In questa terra, la storica “Albania caucasica”, la presenza cristiana è molto antica. Anche se oggi la percentuale è minima in un Paese a maggioranza musulmana. Ci sono anche cristiani ortodossi. Durante il tempo sovietico i pochi cattolici sono stati accolti e sostenuti dagli ortodossi. Qui si è vissuto un ecumenismo “pratico” di straordinario valore. I rapporti tra cattolici e ortodossi anche oggi a Baku sono molto stretti. E c’è una convivenza pacifica anche con l’islam che in Azerbaigian ha connotazioni moderate. Tutti i commentatori musulmani si sono espressi in maniera decisamente positiva nei confronti del viaggio apostolico del Papa. “Dio ci ama davvero se ci manda il Papa”: è quanto ha ripetuto più volte la direttrice del Palazzo dello sport di Baku, musulmana, a padre Daniel Pravda, superiore della missione dell’Azerbaigian. Nella struttura sportiva il Papa celebrerà la Messa giovedì 23 maggio. “Tutta la popolazione è in effervescenza per questa visita tanto attesa – dice a Fides p. Pravda -. E’ un grande piacere, un grande onore per tutti che il Papa venga qui, e la gente, a prescindere dalla sua fede religiosa, vede in questo fatto una benedizione divina.”


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