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L’elezione di Trump? Colpa del flop di Obama sul welfare

Intervista a Michael Gecan, uno dei community organizer più influenti degli Stati Uniti d'America. "I democratici erano sicuri della vittoria ma nel frattempo stavano perdendo il proprio bacino elettorale, la classe operaia", spiega, "ora mettiamo alla prova il tycoon, perché politiche pragmatiche anche se conservatrici possono portare benefici al welfare locale"

di Daniele Biella

Elezioni Usa 2016, ha vinto Trump. "Ma stamattina risvegliamoci senza strapparci le vesti: non c’è stato un considerevole progresso nelle politiche sociali dell’ultima amministrazione Obama, può darsi che un conservatore come Donald Trump possa sorprendere in quanto a miglioramento delle condizioni di vita delle specifiche comunità locali”. Queste non sono parole di un portavoce del nuovo presidente degli Stati Uniti – eletto con lo sfavore del pronostico ma di fatto con una vittoria netta alle urne nella maggior parte degli States – ma di esperto community organizer come Michael Gecan, codirettore dell'Industrial Areas Foundation, network internazionale di community organizing. e supervisore da decenni di organizzazioni di varie città statunitensi.

Si tratta di pragmatismo: se Trump mette in atto quello che ha detto, ovvero azioni dirette per risollevare la classe operaia e impoverita, se come ha ricordato al momento dell’elezioni inizierà costruendo infrastrutture laddove mancano, se riformerà la giustizia come da anni si chiede a gran voce, può essere un elemento positivo. Stiamo quindi all’erta e valutiamolo sulla base dei fatti”, sottolinea Gecan, che raggiungiamo di prima mattina, nella sua prima intervista post elezioni (tra le varie collaborazioni, vanta una rubrica fissa sul prestigioso New York Daily News e altre testate statunitensi).

“La sensazione di shock c’è, ma attenzione: più che di voto per il Gop – il Partito Repubblicano – si tratta di un voto di rifiuto verso i democratici”, indica il vicepresidente di Industrial Areas Foundation. “Nell’ultimo periodo loro erano sicuri di vincere, nonostante erano stati messi all’erta da molti”, compreso lo stesso Gecan, che meno di un mese fa aveva dedicato un articolo al tema (consultabile a questo link, in inglese). “Barack Obama, Hillary Clinton e in generale il Partito Democratico ha perso consensi laddove da 30 anni aveva la propria base elettorale, ovvero quella working class che non ha visto benefici dall’amministrazione uscente, anzi si è sentita via via marginalizzata”, continua il community organizer statunitense.


Anche sui temi legati ai conflitti sociali, Gecan traccia un quadro piuttosto chiaro: “in queste ore si fa molta leva su come potrebbe cambiare, in peggio, la coesione comunitaria, la relazione tra bambini di origine o fede diversa. Ma io mi chiedo: fino a oggi com’è stato? I minori vengono uccisi a mano armata per le strade, sono esposti alle violenze degli adulti, in quest’ultima amministrazione democratica come nelle altre, senza alcuna rottura rispetto al passato. È già un problema, è fuorviante evocare scenari peggiori con l’avvento di Trump”. Da dove ripartire? “Da un esame di coscienza collettivo e dalla possibilità, ribadisco, che quello che avverrà d’ora in poi non sarà per forza negativo”. Nemmeno sul tema politiche migratorie e minoranze etniche? “Sarà una fase delicata, se penso alle persone di fede musulmana, ai Latinos come ad altri. Ma sarà anche una fase che potrebbe fare nascere qualcosa di diverso, più che qualcosa di preoccupante”.

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