Welfare

Dal co-working al co-welfare

«Va rimessa in discussione l’idea dei diritti senza doveri, delle prestazioni senza rendimento sociale, delle pratiche che non responsabilizzano e non rigenerano valore sociale. Le “coesistenze” e le “coutenze” marcano in modo diverso il senso del “co & sharing”. Se è un “co” vale di più, è più stabile, condivido un problema e la sua soluzione». L'intervento del direttore della Fondazione Zancan. Proprio al tema della sharing economy e delle sue declinazioni sociali è dedicato il numero di Vita magazine in distribuzione

di Tiziano Vecchiato

Se hai un’idea innovativa falla viaggiare in inglese. Forse domani non sarà così, ma oggi nel campo del welfare l’english è un integratore comunicativo. Aiuta ad esprimere quello che non si riesce a dire con parole comprensibili. Co-housing, per non dire abitare condiviso. Co-working, per non dire lavoro in coabitanza. Car-sharing, viaggiare in multiutenza, bike-sharing, pedalo dove pedala anche chi non conosco. Le “coesistenze” e le “coutenze” marcano in modo diverso il senso del “co & sharing”. Se è un “co” vale di più, è più stabile, condivido un problema e la sua soluzione. Se è un “sharing” è temporaneo, condivido un mezzo e non un fine. Dipende da quanto si vuole spendere, da quanto si è disposti a investire in utilizzi temporanei di scopo. Significa condividere beni e servizi oltre la logica proprietaria. Sembravano forme di sopravvivenza e nel tempo si sono rivelate strategie di coesistenza.


I diritti sociali erano stati salutati come conquista fondamentale, poi sono degradati in diritti individuali senza responsabilità sociale

In un welfare dove domina sempre più l’incertezza dei diritti, dei doveri, delle responsabilità, del chi fa che cosa, del fino a quando… non è facile gestire l’incertezza e accettare la temporaneità, rimandando al domani ristrutturazioni urgenti e necessarie. Tra queste c’è la controversa questione dei “diritti sociali”. Erano stati salutati come conquista fondamentale, poi sono degradati in diritti individuali senza responsabilità sociale. Poveri, deboli, emarginati e tanti bambini senza futuro potranno averli meno di ieri e sempre meno domani. Per questo la proposta di legge C.3763 “Azioni a corrispettivo socialerimette in discussione l’idea dei diritti senza doveri, delle prestazioni senza rendimento sociale, delle pratiche che non responsabilizzano e non rigenerano valore sociale. Sono assistenzialistiche, prestazionistiche, materialistiche e contribuiscono al declino dell’idea costituzionale di solidarietà sociale. I tempi sono difficili e chi si allena in “co & sharing” impara socialità di prossimità in attesa che diventi più facile chiedere ad ogni persona di “dare mentre riceve”, di “aiutare se aiutata”, cioè di moltiplicare le opportunità a disposizione di tutti.

Ogni mese su Vita magazine Tiziano Vecchiato cura la rubrica Welfarismi

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