Formazione
Scuole innovative: tre nuove idee per le avanguardie educative
Lanciato il 6 novembre 2014 con 22 scuole fondatrici, il movimento delle scuole d'Italia che stanno rivoluzionando la didattica e innovando il modello della trasmissione del sapere conta oggi 522 istituti aderenti. Tre nuove idee innovative sono state aggiunte in questo ultimo anno. E il 19 gennaio a Roma ci sarà il II Forum nazionale dell’innovazione
Da 22 a 522, in due anni. Questi i numeri del movimento Avanguardie Educative, promosso da Indire per portare a sistema l’innovazione della didattica in Italia: nato il 6 novembre 2014, la rete conta oggi 522 scuole aderenti, sparse sull’intero territorio nazionale, e 3.500 docenti e dirigenti che fanno formazione grazie a un ambiente online di lavoro, in cui le scuole capofila e i ricercatori di Indire offrono assistenza e coaching. Il prossimo appuntamento sarà il II Forum nazionale dell’innovazione, che si svolgerà il 19 gennaio 2017 a Roma.
La rete è nata riunendo le scuole che negli ultimi anni in Italia si erano distinte per innovazioni strutturali e di metodologia didattica: le scuole d’eccellenza, quei pionieri che hanno osato rompere l’inerzia del sistema, sperimentando azioni e pratiche che scardinano antichi modelli. Giovanni Biondi, presidente di Indire e oggi editorialista di VITA, lo presentò proprio su queste pagine: «Queste scuole sono quelle che hanno completamente trasformato il modello didattico, sono le scuole che sono riuscite a rompere lo schema-classe, abbandonando la centralità della lezione frontale: stanno modificando orari, calendari, libri di testo… stanno facendo una rivoluzione!».
Il Manifesto di Avanguardie partì con 12 idee, ormai entrare nel linguaggio comune di tante scuole: il teal, lo spazio flessibile, la flipped classroom… Le avevamo presentate tutte su VITA nel gennaio 2016 (in allegato).
Ma l’innovazione non può essere ingabbiata in un modello, tant’è che già osservando le 22 scuole fondatrici si riscontrano tante declinazioni diverse: «quelle 12 idee non sono esaustive dell’innovazione», spiegava un anno fa Elena Mosa, ricercatrice Indire. Durante quest’anno infatti sono state aggiunte altre tre idee, tre nuove proposte d’innovazione che potranno essere adottate dalle scuole interessate. Eccole:
- Apprendimento differenziato: partendo dall’esperienza consolidata delle “Scuole senza Zaino” (ne abbiamo parlato qui), l’Istituto comprensivo “G. Mariti” di Fauglia, in provincia di Pisa ha proposto questa nuova idea. L’obiettivo è garantire agli studenti un percorso di formazione individualizzato e motivante. Lo spazio e il tempo della didattica risultano completamente rivoluzionati, per favorire nei ragazzi e nei docenti momenti di condivisione, discussione e riflessione. Gli studenti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella pianificazione delle loro attività quotidiane e nella partecipazione alle attività della scuola in generale. L’attività in classe si organizza per “tavoli di lavoro”, con compiti diversi, a rotazione.
- Lavoro autonomo e tutoring: è invece l’idea presentata dalla “Scuola Città Pestalozzi” dell’Istituto Comprensivo Centro storico di Firenze, in coerenza con il lavoro condotto sull’educazione affettiva. Il lavoro autonomo prevede un’organizzazione oraria che concede agli studenti uno spazio individuale per affinare la capacità di studio e di approfondimento. In questa attività lo studente è affiancato da un tutor, che può essere un docente o un compagno.
- Oltre le discipline. Dalle discipline alla didattica per competenze: è questa l’idea proposta dall’Istituto Comprensivo “G. Falcone” di Copertino, in provincia di Lecce, che ha osato una “pacchettizzazione dell’orario”, suddividendo le attività di ogni docente tra quelle relative alle “lezioni tecniche” e quelle dedicate allo sviluppo di competenze su temi trasversali, secondo nuclei fondanti delle discipline individuati in fase di programmazione.
In foto, la terza aula flessibile (realizzata con PON ambienti) dell'IIS Savoia Benincasa di Ancona, una delle scuole fondatrici di AE.
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