Welfare

Diritti umani? Il modo migliore per difenderli è dare più spazio al Terzo settore

Giacinto Bisogni, magistrato della Corte di Cassazione, ospite di Solidaria 2019, il festival del Volontariato in corso a Padova, analizza per Vita il tema dei diritti nell'epoca delle migrazioni, tra giurisprudenza, leggi e nuove emergenze sociali. «L'amore per l'altro, per il diverso è alla base del mondo sociale»

di Lorenzo Maria Alvaro

I diritti umani costituiscono ancora il paradigma condiviso della democrazia? Libertà e uguaglianza, non discriminazione, libertà di circolazione fuori e dentro i confini nazionali, giusto processo e così via sono ancora elementi della nostra vita quotidiana? Cosa rischiamo ad abdicare ad altre e più suadenti parole d'ordine? A rispondere Giacinto Bisogni, magistrato della Corte di Cassazione che ha approfondito il tema anche a Solidaria 2019, il Festival del Volontariato in corso a Padova. L'intervista



In Italia esiste un rischio deriva rispetto ai diritti umani e ai Principi Fondamentali della Costituzione?
È un momento delicato. La crisi economica e la mancanza di risorse, che spetto è più millantata che vera, sta mettendo in discussione tutti quei diritti che hanno a che fare con il welfare, la sicurezza sociale, la tutela del lavoro e alla tutela delle persone con fragilità. Se a questo si aggiunge l'indebolimento del sindacato che acuisce problemi come quello del precariato.

Poi ci sono i migranti…
Certo. E anche in questo caso il tema è di risorse. Se si hanno le risorse per integrare e per facilitare l'accesso al lavoro tutto si sdrammatizzerebbe. In mancanza di questi strumenti invece il fenomeno migratorio genera odi e razzismi mettendo in discussioni principi come l'uguaglianza.

Oltre a nascere forme di illegalità diffusa come il caso che ha sollevato Vita sul caporalato nella gig economy…
Assolutamente. È un altro effetto di questo corto circuito. Ma per i migranti, anche quelli che sono regolari, non c'è di fatto un pari trattamento nel mondo del lavoro. Non sono sindacalizzati, non conoscono i propri diritti e c'è chi si approfitta di queste situazioni mentre la politica guarda da un'altra parte.

Quindi chi deve trovare la soluzione al rebus. Le leggi che ci sono oggi sono già complete e basta l'applicazione da parte della magistratura o invece serve un impegno politico mirato?
C'è bisogno dell'uno e dell'altra. Servono leggi nuove, come è stato per il Reddito di Cittadinanza, che era importante introdurre. Il ruolo della giurisdizione è fondamentale per l'applicazione della legge conforme alla Costituzione. Ma a mio avviso la cosa più importante è un'altra. C'è un altro fattore che spesso viene dimenticato

Quale?
Il volontariato. Chi si impegna, mette mano e cerca di sostenere tutte quelle forme di servizi che vanno a intervenire su i due macro temi che dicevo, cioè la mancanza di percorsi di integrazione e l'aiuto alle fragilità, economiche e sociali, è il mondo del volontariato e della solidarietà. La Rivoluzione Francese si fondava su libertà, uguaglianza e fraternità. La fraternità intesa proprio come solidarietà è sempre più dimenticata. Sia in Italia che in Europa. La politica i questa fase dovrebbe puntare molto su quel mondo. Il portatore sano di questo visione del mondo è il Terzo Settore. Oggi questo settore dovrebbe essere messo al centro. Sia politicamente che culturalmente

È il Terzo settore l'antivirus che può salvare i diritti umani?
Non c'è dubbio: l'amore per l'altro, per il diverso è alla base del mondo sociale. Pensiero cristiano e pensiero socialista, che sono la nostra provenienza culturale si fondano su questa sensibilità. Il Terzo settore è un nostro patrimonio e un risorsa enorme che naturalmente è portato alla difesa dei diritti

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