Mondo

Elezioni in Sierra Leone. Si chiudono 10 anni di guerra civile

Oggi il popolo sierraleonese vota per voltare pagina. Nonostante i tafferugli avvenuti sabato scorso, la consultazione dovrebbe avvenire pacificamente

di Benedetta Verrini

Si vota oggi in Sierra Leone, in un clima teso, ma con la speranza diffusa di voltare pagina, e chiudere con i dieci anni di guerra civile e lo scontro interno sanguinosissimo. I Sierraleonesi sono chiamati ad esprimere una preferenza tra 11 partiti. Lo riferisce l’agenzia Misna, secondo cui queste elezioni presidenziali e legislative rappresentano il primo, significativo, punto di approdo del processo di riconciliazione nazionale. Sabato scorso, peraltro, violenti tafferugli sono esplosi tra i sostenitori del Slpp (Sierra Leone People Party), la formazione del presidente uscente Alhaji Ahmad Tejan Kabbah, che cerca la riconferma alla massima carica dello Stato, e gli ex ribelli del Ruf, che hanno dato vita al al Rufp (Revolutionary United Front Party). Gli ex nemici, fino alla vigilia dell?appuntamento elettorale, non si erano mai scontrati. Ma sabato scorso lanci di pietre, vetrine infrante, auto distrutte hanno fatto ripiombare la capitale Freetown in un clima di guerra che sembrava ormai appartenere al passato. Il quartier generale del Pruf è stato assalto e fatto oggetto di atti vandalici. C?è voluto l?intervento dei “peacekeepers” dell?Onu, intervenuti con mezzi blindati, per riportare la calma nelle vie della capitale sierraleonese. Il giorno successivo, 7 partiti hanno sottoscritto una dichiarazione comune, insieme al rappresentante della Commissione elettorale nazionale, in cui si deplorava “qualsiasi atto di violenza o di intimidazione”. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dalla Commissione elettorale nazionale, gli aventi diritto al voto sono oltre 2 milioni e 300 mila. Dopo aver rinunciato alle armi, gli ex nemici che si sono contesi il potere nel piccolo Paese africano si affidano ora al giudizio degli elettori. Info: www.misna.org


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