Formazione
La trasparenza fa bene ai fondi pensione
Se ne è discusso oggi in Bocconi nel corso dell'incontro "Quale futuro per il sistema previdenziale?" al quale ha partecipato il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio
I prodotti di previdenza complementare non vanno omogeneizzati, ma il sistema, per crescere, ha bisogno di una maggiore trasparenza, perché sia possibile una scelta consapevole da parte dei lavoratori, e di regole che favoriscano la portabilità delle posizioni. È questa, in sintesi, la posizione presa questo pomeriggio da Sergio Paci, direttore del Pension Forum Bocconi, nel corso dell?incontro Quale futuro per il sistema previdenziale?, al quale ha partecipato il Ragioniere Generale dello Stato, Andrea Monorchio.
Secondo i dati COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) di fine 2001, è stato ricordato, il sistema di previdenza complementare si compone di 719 fondi (41 fondi chiusi, 102 fondi aperti, 576 fondi preesistenti al 15 novembre 1992, data di entrata in vigore della legge 421, che regola la materia). Il numero di iscritti è di 1.982.144 e l?attivo netto destinato a prestazioni ammonta a 31,2 miliardi di euro.
Quanto alla destinazione del TFR a fondi pensione, Paci ha sottolineato l?opportunità che il nuovo sistema fornisca al lavoratore prestazioni in termini di rischio-rendimento (e quindi di garanzia) vicine o similari a quelle del vecchio TFR. Il risultato sarebbe ottenibile attraverso opportune politiche di investimento e con la possibilità di detenere posizioni individuali articolate su più comparti. Paci ha, infine, suggerito di inserire nella disciplina della delega previdenziale un ultimo tassello che, tenendo conto della diversa composizione del TFR, consenta anche ai dipendenti pubblici di godere dei benefici della previdenza complementare.
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