Mondo
Le foto di chi, nella disperazione di Mosul, ritrova la famiglia
Felicità e disperazione. Il fotografo Bulent Kilic ha catturato gli istanti in cui alcuni abitanti di Mosul, in fuga dalla città ancora sotto scacco dell’Isis, sono riusciti a ritrovare la famiglia nei campi profughi, dopo anni lontananza
Sorelle, madri, padri e figli, che non si vedono da anni e che riescono a ritrovarsi nella devastazione della guerra. Sono istantanee di felicità e disperazione, quelle scattate dal fotografo Bulent Kilic, nel campo rifugiati allestito nell’area di Khazir, vicino al checkpoint curdo di Aksi Kalak, 40 km a est di Erbil. Kilic è riuscito a catturare i momenti dell’incontro tra alcuni dei nuovi profughi di Mosul, riusciti a fuggire dalla città, ancora sotto il controllo dell’Isis, e i familiari che erano scappati nel 2014, probabilmente prima della conquista della città da parte dello Stato Islamico.
Secondo le fonti locali, l'accesso ai campi rifugiati avviene dopo un severo processo di identificazione, per evitare che, tra i civili in fuga, si infiltrino cellule dell'Isis.
Secondo Lisa Grande, coordinatrice delle Nazioni Unite per l’Iraq, la battaglia per riprendere Mosul potrebbe provocare 1 milione di profughi, di cui circa 700mila rimarrebbero senza nessun posto in cui andare, Al momento le risorse dell’Onu arriverebbero a fronteggiare circa 60mila persone.
Nei territori intorno a Mosul continua l’avanzata delle forze alleate e la fuga della popolazione civile. Mercoledì i Peshmerga hanno ricatturato, Dirk, un villaggio a una quarantina di km da Mosul.
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