Volontariato
Sivia Costa: «In 20 anni di servizio volontario europeo migliaia di giovani hanno tenuto l’Europa unita»
Parlamento Europeo approva risoluzione sul Servizio volontario e la promozione del volontariato in Europa. Un passo in avanti che dovrà portare alla definizione delle attività e lo status di volontario per agevolare la mobilità europea e internazionale.
«Voglio dedicare questa nostra iniziativa ai 100 mila giovani europei tra i 17 e i 30 anni, che in questi vent'anni hanno partecipato alla esperienza del Servizio volontario come sentinelle della solidarietà e risorsa strategica per tenere unita l’Europa e promuovere la cittadinanza attiva. Ma abbiamo anche il pensiero rivolto alle popolazioni colpite questa notte in Italia da un nuovo terremoto, e ai volontari che sono già lì sui luoghi». Lo ha detto l’europarlamentare Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo, al termine della votazione che ha portato all’approvazione della risoluzione sul Servizio volontario e la promozione del volontariato in Europa, sulla base della interrogazione promossa dalla Commissione Cultura, e fortemente sostenuta dall'S&D con altri cinque gruppi politici.
«Chiediamo alla Commissione europea, a cinque anni dall'Anno europeo del volontariato, di definire finalmente un quadro giuridico europeo – prosegue Silvia Costa- che definisca le attività e lo status di volontario per agevolare la mobilità europea e internazionale, nonché il riconoscimento delle competenze, sia nello Youth passaport che nell'Europass, in quanto forma di apprendimento informale e non-formale. Ma abbiamo anche chiesto che la Commissione riconosca il contributo gratuito dei volontari nei progetti europei come cofinanziamento».
Il Servizio volontario europeo permette ai giovani di partecipare a progetti di volontariato anche nei Paesi Terzi, in ambito umanitario, educativo, sociosanitario, culturale, sportivo. Ha un budget complessivo di 600 milioni di euro e una partecipazione di 100mila volontari di tutte le età che contribuiscono a circa il 5% del PIL. Ogni anno partono 5mila giovani, 1 su 5 è italiano. In 7 anni, dal 2014 al 2020, si supererà il numero complessivo di fondi e volontari che ci sono stati in 16 anni, dal 1998 al 2013.
«Con la nostra risoluzione – prosegue la Presidente Costa- abbiamo chiesto alla Commissione di adottare l'Agenda politica per il volontariato promossa dal Centro europeo del Volontariato, sulla base della Carta europea dei diritti e doveri dei volontari, e su questa base raccomandare agli Stati membri che ancora ne sono privi di adottare un quadro normativo e di istituire e potenziare programmi nazionali di servizio volontario, dotati di risorse adeguate».
Ancora Costa: «E' però necessario istituire un punto di contatto unico europeo per informare sulle opportunità e coordinare gli interventi, così come realizzare una semplificazione dell’attuale sistema di presentazione delle domande per garantire un accesso rapido e agevole al programma. Ma perché ci sia una efficace diffusione delle buone pratiche tra gli Stati Membri e venga creato finalmente un servizio civile europeo, complementare alle opportunità già esistenti, abbiamo chiesto alla Commissione di condurre uno studio sulle legislazioni nazionali e sui programmi di servizio volontario e sui corpi di servizio civile e di solidarietà.
In questo quadro sosteniamo la proposta del presidente Juncker di istituire un Corpo europeo di solidarietà, un’iniziativa che porterà valore aggiunto al lavoro già compiuto dalla società civile con un coinvolgimento delle associazioni di volontariato che parteciperanno alla sua progettazione e risorse aggiuntive
Ma per ampliare la esperienza di volontariato a tutti i cittadini, di tutte le età e condizioni sociali, come già avviene in Italia e in altri Paesi, è necessario riconoscere e sostenere anche finanziariamente le associazioni non profit e i centri di servizio che garantiscono ai volontari le condizioni necessarie per la loro attività: organizzazione, tutoraggio, formazione, partenariati internazionali». «La risoluzione – conclude Silvia Costa- arriva nell’anno in cui lo SVE compie vent’anni e in un momento storico in cui è necessario dare risposte concrete e testimonianze dirette che esiste un’alternativa all’eclissi di solidarietà che sta oscurando l’Europa».
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