Mondo
Calais, 100 minori stranieri soli irreperibili dopo la prima registrazione
Al terzo giorno di sgombero, mentre metà campo va a fuoco - in seguito a una protesta degli stessi occupanti - il dramma dei 1200 minorenni non accompagnati entra nel vivo con i primi segnali di sparizioni: "per ora un centinaio di loro non ha risposto all'appello, mentre 400 non sono stati ancora registrati e non viene detto loro nulla sui passi da fare, sono in balia di sé stessi e quindi facili prede dei trafficanti", spiega la portavoce in loco di Save the children
“Un’ora fa il 50% del campo di Calais era in fiamme, molta gente ha lasciato i propri vestiti all’interno, ora c’è una calma del tutto particolare e non si sa bene cosa accadrà nelle prossime ore”. Sono le prime parole che ci dice Valenita Bollenback, portavoce dell’ong Save the children in questi giorni in prima linea nel monitorare le dinamiche dello sgombero messo in atto dalle autorità francesi dei 6mila migranti che vivono in quella che è stata ribattezzata la ‘Giungla’ di Calais proprio per le ardue e fragili condizioni di vita degli abitanti.
Il focus di Save the children, presente in loco assieme ad operatori e volontari di varie altre associazioni umanitarie, è sui minori: “ci troviamo di fronte a una situazione drammatica, perché su una presenza stimata di 1200 minori, in questo momento sono non più di 700-800 quelli già registrati dalle autorità per poi trovare un alloggio temporaneo, di cui 200 quelli inviati in strutture in Gran Bretagna”, continua Bollenback, “gli altri attendono ore in coda la registrazione ma poi, una volta chiuse le operazioni – sia ieri che oggi prima di pranzo – rimangono in balia di sé stessi, con il rischio di finire nelle mani dei trafficanti”. Un rischio enorme e tangibile, dato che nell’ultimo sgombero, lo scorso aprile, ben 129 msna (minori stranieri non accompagnati) erano risultati scomparsi.
“In questo caso la preoccupazione è ancora maggiore perché la portata dello sgombero è più ampia. Almeno 100 minori registrati ieri, tra l’altro, sono già risultati assenti all’appello di questa mattina”, denuncia Bollenback. Le forze dell’ordine, infatti, ribadiscono che si fermeranno solo a opera conclusa del tutto, senza però fornire ulteriori informazioni né alle ong né ai migranti. “Poco fa avevo quattro minori seduti al mio fianco, erano atterriti e in lacrime perché non sapevano cosa sarebbe successo loro”, racconta ancora la portavoce di Save the children, che con l’ente Refugee youth service ha allestito punti informativi per i msna lungo le direttrici del campo.
Il lavoro di advocacy dell’ong è costante e pressante, “soprattutto per garantire ai minori l’assistenza necessaria per evitare che si sentato esclusi dal sistema e, in preda all’impulsività, scelgano di entrare nelle reti della tratta”. Gli operatori di Save the Children sono estremamente preoccupati anche per i bambini che attualmente sono nella zona del campo attrezzata con i container, visto che alle organizzazioni umanitarie specializzate nella protezione dei minori non viene concesso di accedere.
Foto di Christopher Furlong/Getty Images
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.