Welfare

Terapisti e infermieri, cercasi disperatamente

I corsi parauniversitari sono pochi e a numero chiuso, nel 1999 i diplomati saranno 7000 eppure le unità richieste dal mercato del lavoro sono oltre 100 mila

di Redazione

Sanità allo sbando. L’ultimo capitolo è dedicato all’emergenza infermieri specializzati e ai terapisti della riabilitazione. L’allarme è stato lanciato dalla cooperativa sociale Gruppo vita serena che gestisce 50 centri fra case di riposo per anziani, assistenza ai malati di Aids e malati psichici e per sopravvivere ha bisogno di 7680 infermieri e 1245 terapisti. Che però non ci sono. Non ci sono perché i corsi parauniversitari, adatti a formare queste figure professionali, sono a numero chiuso e non ci sono perché le politiche sanitarie peccano come sempre di inadeguatezza e ritardi epocali. Quest’anno infatti verranno diplomati in tutt’Italia solo 7000 infermieri specializzati, ma gli ospedali, gli enti privati e non profit hanno bisogno di centomila unità. Idem per i terapisti della riabilitazione che, mentre al Sud sono disoccupati, al Nord sono richiestissimi. Un esempio? A Torino il corso para universitario quest’anno ha sfornato 20 terapisti, ma solo l’ospedale del capoluogo piemontese ha bisogno di 300 riabilitatori. Qual è la causa di tanto squilibrio fra richiesta e offerta? «Lo Stato ogni anno fornisce al mercato milioni di psicologi che rimangono disoccupati, mentre non è capace di adeguarsi all’aumento dei servizi socio-sanitari», spiega Luca Giovannone, presidente della cooperativa Gruppo vita serena. «Oggi in Italia ci sono molti enti privati, e non profit che offrono servizi nel campo dell’assistenza della salute mentale, handicap e anziani, ma il ministero della Sanità non ha adeguato le sue politiche alla nuova realtà socio-sanitaria. La nostra cooperativa, per esempio, ha bisogno quest’anno di 7676 infermieri e 1245 terapisti, e fino ad ora ne abbiamo trovati 6. E poi si parla dell’emergenza disoccupazione, non è ridicolo?». Ora il ministero della sanità ha annunciato delle modifiche di legge per correggere il bando a numero chiuso già pubblicato in Gazzetta Ufficiale per le iscrizioni ai corsi parauniversitari per scienze infermieristiche e terapisti della riabilitazione, ma l’emergenza socio-sanitaria si estende sempre di più: mancano anche fisiatri, cardiologi, neurologi, chirurghi. L’anomalia italiana è sempre la stessa: si fanno le leggi, ma non si creano le strutture per poter applicarle. E in autunno si dovrà affrontare una nuova emergenza: i malati psichici. Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici (prevista da una legge di 30 anni fa e un decreto ministeriale di 3 anni fa) saranno le Asl e le cooperative sociali a doversene far carico. Finalmente. Ma chi si occuperà di loro se non ci sono abbastanza terapisti e infermieri?


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