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Calais: si avvicina la demolizione

Continuano i trasferimenti dei circa 8mila migranti bloccati a Calais e mentre le tensioni crescono, la Gran Bretagna sospende anche il ricongiungimento familiare dei minori non accompagnati che hanno famiglia oltremanica. Sempre più incerto il futuro di 1.500 ragazzi, alcuni di loro non hanno nemmeno 13 anni

di Ottavia Spaggiari

Continua lo sgombero a Calais, mentre i numeri relativi al bilancio della prima giornata si rincorrono. Sarebbero 2.318 i migranti trasferiti secondo il governo ma, secondo la sindaca Natacha Bouchart, in realtà non raggiungerebbero i 1.400. E mentre l’operazione di sgombero sembra ancora lunga, la tensione è destinata a crescere.

Il quotidiano britannico The Guardian riporta di alcuni tafferugli scoppiati questa mattina. Tensioni anche tra la polizia e alcuni minori non accompagnati, riuniti in un’area ristretta e costretti a stare in fila. Alcuni impazienti di aspettare, hanno cercato di passare davanti alla fila e sarebbero stati respinti dalla polizia.

Christian Salome, direttore dell’Ong, Auberge des Migrants, che opera a Calais dal 2008, in realtà ha dichiarato all’agenzia AFP che il processo «sta funzionando bene perché dopotutto, queste persone stavano aspettando impazientemente di partire». Salome si è detto molto più preoccupato per la fase finale dello smantellamento, «quando gli unici rimasti saranno coloro che non vogliono partire e che vogliono ancora raggiungere la Gran Bretagna». Secondo Salome, sarebbero circa 2mila i profughi che non sono disposti a lasciare Calais.

Le autorità francesi sembrano però più ottimiste e si dicono fiduciose di poter procedere con le demolizioni entro martedì sera. E a chi pensa che questo sarà l’ennesimo tentativo fallito di sgomberare Calais, il governo francese fa sapere, attraverso le parole della sua ambasciatrice a Londra che questa sarà a volta buona: «Non li lasceremo venire qui. Deve essere chiaro che Calais è un vicolo cieco».

La situazione dei minori rimane la più delicata nel processo di smantellamento del campo, come abbiamo raccontato qui. Sono circa 1,500 i ragazzi e i bambini accampati a Calais. Le organizzazioni della società civile hanno denunciato il fatto che non sia ancora chiara la loro destinazione esatta, sottolineando il pericolo che cadano nelle mani dei trafficanti durante la confusione dello sgombero. Nell’ultima settimana circa 200 profughi sotto i 18 anni sarebbero stati ricongiunti con i familiari che già vivono nel Regno Unito, ma molti stanno ancora aspettando e non è chiaro quale sarà la destinazione esatta di chi non ha diritto al ricongiungimento familiare.

Nel frattempo anche la situazione dei ragazzi e dei bambini che avrebbero diritto ad essere accolti in Gran Bretagna, solleva dubbi. Secondo il Guardian, 1 amministrazione locale su 4 in Inghilterra, afferma di non potersi far carico di questa responsabilità. Amber Rudd ministro degli Interni britannico, ha ricordato il rigoroso processo di identificazione a cui saranno sottoposti tutti i minori prima di essere considerati idonei al ricongiungimento, dichiarando alla Camera dei comuni che la Gran Bretagna non accetterà richieste provenienti da chi è arrivato a Calais dopo lunedì 24 ottobre. Il ministero degli Interni britannico ha inoltre annunciato la sospensione temporanea dei trasferimenti dei minori dal campo, su richiesta delle autorità francesi.

Il ministro ombra degli Interni britannico, Diane Abbott, ha invece accusato Rudd di nascondersi dietro la richiesta della Francia (avanzata, pare, per facilitare le operazioni di sgombero), e di aver ritardato troppo l’ identificazione dei minori idonei per il trasferimento nel Regno Unito. Abbott ha affermato inoltre che la demolizione del campo sarebbe dovuta avvenire dopo aver avuto la certezza che ogni minore potesse ricevere una giusta protezione.

Foto: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images

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