Salute

Aids, i bambini vittime di discriminazione

Lo afferma una campagna mondiale lanciata dalla Federazione internazionale della Croce rossa

di Gabriella Meroni

I pregiudizi e la discriminazione che ancora circondano l’Aids aggravano l’epidemia: cinquecentomila neonati e cinquecentomila tossicomani contraggono ogni anno il virus Hiv anche a causa di micidiali preconcetti, afferma una campagna mondiale lanciata dalla Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa. Benché esistano i mezzi per evitare una simile tragedia, ogni anno mezzo milione di bambini nascono sieropositivi: le madri preferiscono ignorare la loro sieropositività o negarla nel timore di essere discriminate dalla famiglia e dagli amici, dalle autorità e sul lavoro, ha spiegato la Federazione in occasione della giornata mondiale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa celebrata ogni anno l’8 maggio. La Federazione critica inoltre il negato accesso per milioni di tossicodipendenti di numerosi paesi a materiale per le iniezioni sicuro benché tutti sappiano che lo scambio di siringhe è tra i mezzi di trasmissione del virus letale dell’Aids. Il problema è particolarmente acuto nei paesi dell’Europa dell’est, dove si registra la più rapida diffusione dell’epidemia, con un aumento del 426% negli cinque anni. L’obiettivo della campagna mondiale della Federazione è di ridurre la discriminazione legata all’Hiv e all’Aids creando un clima propizio ad un dibattito aperto sull’infezione e i fattori che aumentano la vulnerabilità. Nel mondo, ricorda la Federazione, circa 40 milioni di persone vivono con il virus dell’Hiv responsabile dell’Aids.


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