Cultura

Questi popoli clandestini

Arrivano dai tutti i Paesi dove la democrazia è un sogno.Traghettati sulle coste pugliesi da scafisti che li umiliano.

di Stefania Olivieri

Pakistani, cingalesi e indiani, ma anche egiziani, curdi e cinesi, per non parlare delle centinaia di kosovari e montenegrini. Dal 28 luglio del ?98 a oggi dal centro di accoglienza Lorizzonte di Squinzano, in provincia di Lecce, sono passati ben 8373 immigrati clandestini. Centinaia in fuga dai Balcani, altri sono scappati da conflitti civili che ormai da decenni avvelenano i loro Paesi. Ma non solo: «Moltissimi sono arrivati in Italia semplicemente alla ricerca di condizioni di vita più dignitose», afferma Alessandra Moschettini, referente per il centro. «Tra la morte certa per fame e miseria e l?incognita del loro futuro, in Italia preferiscono l?incognita». Situazioni fortemente problematiche vissute in prima persona anche da molti bambini. Al centro Minori stranieri Don Milani, dal 15 ottobre al primo luglio, si sono registrati una novantina di arrivi. Oltre cinquanta sono piccoli kosovari, seguiti da serbi e montenegrini, ma ne arrivano anche da Turchia, Iraq, Albania e Ruanda, anch?essi giunti sulle coste italiane a bordo dei canotti degli scafisti. Immigrati dai 4 angoli del mondo Quanto ai flussi di queste nuove migrazioni, un?improvvisa accelerata si è registrata tra la fine di maggio e i primi di giugno, quando il centro Lorizzonte è arrivato a ospitare fino a 1020 persone. «A fine maggio contavamo anche 100 arrivi al giorno», racconta Alessandra Moschettini. «Oggi siamo a quota 250 ospiti: è evidente la differenza tra quando era in corso la guerra e la situazione attuale. È sbagliato, comunque, dire che in questi mesi sbarcano sulle coste pugliesi solo kosovari: è vero che da luglio scorso ad oggi ne abbiamo contati oltre tremila ma, anche se in misura decisamente inferiore, ne abbiamo registrati anche di altre nazionalità». Oltre duecento clandestini sono arrivati dall?Iraq e altri quattrocento dalla Turchia. «Sono tutti kurdi, in fuga per chiedere asilo politico nel nostro Paese, per poi spostarsi verso la Germania», spiega Moschettini. «Lo stesso vale per i profughi kosovari che difficilmente rimangono in Italia: nella maggior parte dei casi cercano di raggiungere anch?essi la Germania dove hanno parenti e amici. Nelle ultime settimane tra i nuovi arrivi al centro si contano anche immigrati dalla Costa d?Avorio e dal Burkina Faso, che prima non si erano mai visti». Tornano anche i cinesi, anche se per il momento nella banca dati del centro ne sono registrati solo una cinquantina. Più numerosi i pakistani (116), seguiti da indiani (83), egiziani (45) e immigrati del Bangladesh (35).Ma nel centro anche profughi da ogni parte del mondo: Algeria, Congo, Croazia, Guinea Bissau, Iran, Kazakistan, Liberia, Macedonia, Sierra Leone, Sri Lanka, e Tanzania. Ridare identità ai profughi Per tracciare un quadro delle nuove immigrazioni, Lorizzonte sta raccogliendo i dati degli stranieri ospitati. «Abbiamo catalogato oltre 4500 ospiti», spiega l?operatrice Alessia Vitulano. In fuga da conflitti in corso o da economie al limite della sopravvivenza, tutti i clandestini ospitati al centro sono arrivati sulle coste pugliesi a bordo di scafi che filano sull?Adriatico dopo viaggi massacranti, che li hanno prosciugati degli scarsi risparmi. Ad eccezione di curdi, kosovari e montenegrini, infatti, per tutti gli altri clandestini l?ingresso irregolare in Italia ha un esito scontato: il decreto d?espulsione.«Dopo 30 giorni, i clandestini che non provengono da un Paese in stato di guerra o che abbia subito calamità naturali, vengono mandati via», spiega Vitulano. «Con un semplice foglio li si informa che entro 10 giorni dovranno lasciare l?Italia. Una prescrizione quasi mai rispettata. Con il risultato che l?uscita dal centro equivale all?ingresso nella clandestinità». Adesso si pensa alle strutture permanenti Prosegue la raccolta umanitaria della Missione Arcobaleno mentre le armi cominciano a tacere in Kosovo. Al 30 giungo i contributi raccolti hanno raggiunto quota 118.8 miliardi di lire. Alla stessa data gli 81 progetti (64 diretti verso l?Albania, 2 in Montenegro, 3 in Macedonia, 1 per il Kosovo e 11 per i profughi ospitati in Italia), per un valore complessivo di circa 98 miliardi presentati dalle organizzazioni non governative e dagli enti umanitari, sono tutti stati valutati. 45 di questi progetti per un valore di 63 miliardi sono stati approvati, altri 12, valore16 miliardi, sono stanno affrontando ulteriori approfondimenti. 16 invece i progetti bocciati. Durante la presentazione del consuntivo, il commissario delegato Marco Vitale, il cui mandato scaduto il 30 giugno è stato riconfermato per altri tre mesi dal presidente del Consiglio D?Alema e dal ministro degli Interni Russo Iervolino, ha precisato che gli anticipi erogati ammontano a oltre 43 miliardi. «L?abbondanza dei mezzi disponibili ha permesso di giudicare ogni progetto nel suo merito specifico, senza relazione ad altri», ha precisato Vitale. «Se in qualche caso la nostra risposta è stata negativa o ha tagliato il progetto, ciò è accaduto solo sulla base di ragionamenti inerenti il progetto stesso». I progetti riguardanti l?accoglienza dei profughi hanno rappresentato il 43% degli stanziamenti, il 23% quelli per altre forme di assistenza, all?8% invece le risorse per la fornitura di merci. Stanziamenti per 12 miliardi sono serviti per strutture da utilizzare successivamente in via permanente (poliambulatorio a Jubani,villaggi trasformabili in scuole a Scutari e Blinish, una struttura sanitaria per il Kosovo). I progetti di accoglienza hanno interessato 99.630 profughi, quelli di assistenza varia 260.187 e 142.500 le persone interessate dalla fornitura delle merci. 15 i miliardi impiegati per allestire i campi diversi profughi in Italia.


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