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La nuova Commissione di Prodi

La nuova Commissione alla vigilia della presentazione ufficiale al Parlamento europeo appena eletto.

di Redazione

La nuova Commissione alla vigilia della presentazione ufficiale al Parlamento europeo appena eletto. Romano Prodi, presidente incaricato della Commissione Europea si appresta a presentare il nuovo esecutivo. Venti i commissari nominati per una squadra che ha tenuto una prima riunione informale il 16 luglio e che dovrà essere votata dall’Europarlamento a metà settembre e il giorno successivo ricevere la formale investitura da parte dei governi degli Stati membri. Tra gli scopi che si è proposto Prodi vi è quello di rendere meno burocratica e più funzionale la Commissione, grazie ai poteri conferiti dal trattato di Amsterdam e dalla ridefinizione dei diversi dipartimenti e incarichi distribuiti cercando una maggiore razionalità. I principali cambiamenti rispetto alla passata Commissione, presieduta da Jacques Santer, riguardano: la ripartizione delle relazioni estere per temi piuttosto che per zone geografiche; la creazione di un nuovo servizio consacrato alle imprese che riunisce le direzioni generali che si occupano attualmente dell’industria, delle piccole e medie imprese e dell’innovazione. Si sono raggruppati i settori della sanità e della protezione dei consumatori in un unico ufficio, creati anche due nuovi settori, uno per l’educazione e la cultura, l’altro per i media e la comunicazione. Due i vice presidente, il primo, l’inglese Nei Kinnock è incaricato delle riforme amministrative e della riorganizzazione interna della Commissione stessa, mentre il secondo la spagnola Loyola de Palacio è stata incaricata delle relazioni con l’Europarlamento. Prodi ha tenuto per sé l’ufficio dei media e delle comunicazioni, il segretariato generale e il settore giuridico. I commissari sono: Mario Monti (Italia) all’economia, Franz Fischler (Austria) all’agricoltura e pesca, Erkki Liikanen (Finlandia) alle imprese e società per l’informazione, Frits Bolkestein (Olanda) al mercato interno, Philippe Busquin (Belgio) alla ricerca, Pedro Solbes Mira (Spagna) agli affari economici e monetari, Poul Nielson (Danimarca) sviluppo e aiuto umanitario, Günter Verheugen (Germania) all’ampliamento dell’Unione, Christopher Patten (Gran Bretagna) relazioni estere, Pascal Lamy (Francia) al commercio, David Byrne (Irlanda) alla sanità e protezione dei consumatori, Michel Barnier (Francia) alle politiche regionali, Viviane Reding (Lussemburgo) all’educazione e cultura, Michaele Schreyer (Germania) alle finanze, Margot Wallström (Svezia) alla sicurezza nucleare, António Vitorino (Spagna) alla giustizia e agli affari comunitari e infine Anna Diamantopoulou (Grecia) all’occupazione e agli affari sociali.


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